CHIESA
E LGBT- LE NUOVE FRONTIERE
La
notizia dell’apertura della Chiesa cattolica romana al mondo LGBT
induce a più di una riflessione, sul piano religioso, etico e
politico.
Sul
piano religioso, anzitutto. Per millenni, la Chiesa cattolica romana
ha bandito la diversità, bollando una diversa tendenza sessuale come
peccato, ignorando ogni anelito di fede in coloro che ha sempre
disprezzato, perseguitato, isolato e cancellato dalla massa dei
fedeli e bandito dalla umana società.
Quante
generazioni di cristiani sono cresciuti e sono stati allevati nel
pregiudizio e nell’ipocrisia?
Oggi,
sembra che questa barriera sia caduta, improvvisamente, con una firma
sotto un decreto. Un balzo in avanti di secoli, ma perché proprio
ora?
La
risposta potrebbe rinvenirsi nella diminuita capacità della Chiesa
cattolica romana di attrarre consensi, di suscitare vocazioni, di
accettare davvero il diverso, senza frapporre ostacoli morali e
chiusure mentali che sono stati la principale causa di allontanamento
dei fedeli dalle parrocchie.
Con
questa apertura, dunque, si spera di allargare la platea di coloro
che torneranno a frequentare i luoghi di culto, finalmente aperti,
accoglienti, non più sbarrati.
Basterà?
Il preciso piano di interventi mirati ad attrarre consensi in nuovi
ambiti vorrebbe superare, ma non vi riesce, il muro alto e spesso di
annosi e spinosi problemi stratificati ed irrisolti, quali la
comunione ai divorziati e separati, il sacerdozio delle donne, un
maggiore peso- reale e non formale- concesso ai laici nella
conduzione della comunità . Sono trascorsi decenni di annunci di
dialogo sempre disatteso e mortificato, ma lo stallo è permanente ed
ha provocato, nel tempo, l’attuale, incessante emorragia di fiducia
e vocazioni.
Diversamente,
la Chiesa Ortodossa cresce in consensi , credibilità e spessore
perché si propone in maniera più costruttiva, senza però rinnegare
tradizioni e radici, dialogando concretamente con l’Uomo per
ascoltarlo ed affrontarne i problemi che lo affliggono, senza
colpevolizzarlo a prescidere, ma aiutandolo, seguendo il genuino
esempio di Cristo, venuto per sanare i malati e non per puntare
contro di loro il dito accusatore, invocando castighi senza perdono.
I
sacerdoti che vivono la propria condizione di cittadini impegnati
nella vita di tutti i giorni, che possono sposarsi, che vivono gli
stessi problemi di tutti, anche quelli spirituali, sono più vicini
al popolo di quanto possano esserlo ministri divini impegnati
soltanto nel sociale e nell’applicazione pedissequa delle
prescrizioni religiose o curiali.
L’analisi
della crisi in cui versa la Chiesa cattolica non sarebbe completa se
non si considerasse la sua deriva verso posizioni politiche di
sinistra, sempre più accentuate, sempre meno velate, sempre più
cercate e pubblicizzate.
La
dottrina sociale della Chiesa , allo stato attuale, appare alla
stregua di un credo sempre più indirizzato al politicamente
corretto e sempre meno sostanziato da indicazioni e proposizioni
teologiche. Indicazioni e proposizioni necessarie ai fedeli, per
corrispondere davvero ai bisogni interiori di una comunità umana
sempre più smarrita in un mondo violento, individualista e
profondamente ingiusto.
La
Chiesa cattolica romana , da anni, ormai, porta avanti generiche
campagne di sensibilizzazione verso i problemi seri che devono
affrontare le generazioni del terzo millennio : immigrazione,
violenza giovanile, lacerazione dei rapporti di coppia con ricadute
gravissime sui figli.
Immigrazione
senza se e senza ma, chiedendo ogni genere di sacrificio ai cittadini
italiani e occidentali in genere, ignorando tematiche scottanti quali
l’integrazione possibile, la reale sostenibilità di un’accoglienza
a tutti i costi, la coesistenza delle diverse culture religiose
senza dover necessariamente rinunciare alle proprie radici.
Si
esprime così anche sul tema della guerra, anzi, delle guerre e le
perplessità intorno alle posizioni assunte dalla Chiesa cattolica
romana aumentano tra i fedeli. La prudenza millenaria di questa
Istituzione suggerisce di mettere sullo stesso piano aggrediti e
aggressori e questa posizione di perfetta parità tra le parti
contendenti finisce con il risultare sterile e
scontentare
davvero tutti. E’ successo così con la guerra tra Ucraina e
Russia, sta accadendo per il conflitto tra Israele e i terroristi di
Hamas. Si moltiplicano gli appelli alla pace , evitando accuratamente
di entrare nel merito delle responsabilità individuali
degli artefici di
tanto dolore e violenza di fronte alla Storia.
Il
proselitismo musulmano cresce in Europa, mentre diminuisce il carisma
e, conseguentemente, anche l’influenza del cattolicesimo. Lo dicono
i dati ed era prevedibile, poiché nel Vecchio Continente gli
immigrati di terza generazione conservano radici, abitudini, identità
religiosa inscalfibili, a volte refrattari ad ogni integrazione e
coesistenza. Di contro, i malumori per la messa in discussione del
Natale, con le celebrazioni in tono minore per non turbare i fedeli
di altre religioni ( che neanche l’avevano mai chiesto) e il
possibilismo a tutto campo per le famiglie allargate, temi tanto cari
alle sinistre, hanno provocato malumore, sconcerto e riprovazione
aperta tra i fedeli, alienando simpatie e credibilità alla Chiesa
romana.
Cosa
avverrà? La crisi di identità, di prospettive e di indirizzo che
attraversa la Chiesa cattolica romana sta producendo preoccupanti
fenomeni di migrazioni di massa di fedeli verso altre Confessioni che
interpretano più autenticamente i bisogni spirituali delle persone.
Cresce però la fascinazione per l’islamismo e, segnatamente, per
l’integralismo ed il fondamentalismo, che prevedono la supremazia
dell’uomo sulla donna, solleticandone il narcisismo, consentendo
prevaricazioni e sulla donna che, in Occidente, ha rispetto,
autonomia, indipendenza.
La
Chiesa cattolica romana proseguirà nel suo programma politico di
aperture? Sicuramente, ritengo, perché non si può tornare indietro.
I cattocomunisti sono i fautori di tali cambiamenti epocali. Queste
analisi debbono essere necessariamente effettuate adesso, a futura
memoria, per il bene della Chiesa, dei fedeli, del mondo occidentale,
per riflettere prima che tutto possa sfuggire di mano.
Armando
Pannone
Gran Siniscalco dell'Ordine del Tempio di Salomone, Presidente del Centro Studi Medioevali e Giuridici, giornalista, scrittore, saggista, romanziere e membro del Senato Accademico dell'Università Ortodossa San Giovanni Crisostomo