Parabola del Seminatore
Icona del Cristo seminatore
La Parabola del Seminatore è una delle più note parabole di Gesù, in quanto presente su ben tre dei quattro Vangeli canonici, e nello specifico nei vangeli sinottici di Matteo (13,1-9 e 18-33) - Marco (4-1-20) e Luca (8,5-15). E' indirettamente citata dall'Apostolo Paolo nella lettera ai Corinti (1 Corinti 3,9-11) nonché in un Vangelo apocrifo, quello di Tommaso (Tommaso,9). In quest'ultimo la parabola è espressa in modo più sintetico:
Vangelo Tommaso,9
9. Gesù disse, “Vedete, il seminatore uscì,
prese una manciata e seminò. Alcuni semi caddero sulla strada, e gli uccelli
vennero a raccoglierli. Altri caddero sulla pietra, e non misero radici e non
produssero spighe. Altri caddero sulle spine, e i semi soffocarono e furono
mangiati dai vermi. E altri caddero sulla terra buona, e produssero un buon
raccolto, che diede il sessanta per uno e il centoventi per uno.”
In fondo pubblicheremo per esteso quanto scritto nei Vangeli ed anche da San Paolo che, pur non citando la parabola ad essa esplicitamente, a nostro modesto parere, si ricollega nella prima lettera ai Corinti. Evito comunque di fare un'esegesi della stessa in quanto credo che, in modo esaustivo, la stessa sia stata fatta dal nostro Padre tra i Santi, Giovanni Crisostomo al quale è stata intitolata la nostra piccola realtà accademica.
dott. prof. mons. Filippo Ortenzi
Rettore Università Ortodossa San Giovanni Crisostomo
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Omelia di San Giovanni Crisostomo
sulla parabola del Seminatore
Nella parabola del seminatore, il Cristo ci mostra che la sua parola si rivolge a tutti indistintamente. Come, infatti, il seminatore (del Vangelo) non fa distinzione tra i terreni, ma semina in tutte le direzioni, così il Signore non distingue tra il ricco e il povero, il saggio e lo sciocco, il negligente e l'impegnato, il coraggioso e il pavido, ma si indirizza a tutti e, nonostante che egli conosca l'avvenire, da parte sua pone in opera tutto, sì da poter dire: Che avrei dovuto far di più, e non l'ho fatto? (Is. 5, 4).
Il Signore racconta questa parabola per incoraggiare i suoi discepoli ed educarli a non lasciarsi deprimere, anche se coloro che accolgono la Parola sono meno numerosi di quelli che la sperperano. Così avveniva per il Maestro stesso che, nonostante la sua conoscenza del futuro, non desisteva dallo sparger la semente. Ma, si dirà, perché mai buttarla tra i rovi, tra le pietre o sulla strada? Se si trattasse di una semente e d'un terreno materiali, sarebbe insensato; ma allorché si tratta di anime e della dottrina, l'operato è degno di approvazione. Giustamente si riprenderebbe il coltivatore che si comportasse in tal modo: la pietra non saprebbe farsi terra, la strada non può esser che strada e le spine, spine. Ma nella sfera spirituale non avviene lo stesso: la pietra può divenir terra fertile, la strada può non esser più calpestata dai passanti e divenir campo fecondo, le spine possono esser divelte per consentire al seme di germogliare senza ostacoli. Se ciò non fosse possibile, il seminatore non avrebbe sparso la semente come ha fatto. Se la trasformazione benefica non si è sempre avverata, ciò non dipende dal seminatore, ma da coloro che non hanno voluto esser trasformati. Il seminato re ha adempiuto il suo dovere, ma se si è sprecato ciò ch'egli ha dato, il responsabile non è certo l'autore di tanto beneficio...
Non prendiamocela pertanto con le cose in sé, ma con la corruzione della nostra volontà. Si può esser ricchi e non lasciarsi sedurre dalle ricchezze, viver nel secolo e non lasciarsi soffocare dagli affanni. Il Signore non vuoi gettarci nella disperazione, bensì offrirci una speranza di conversione e dimostrarci che è possibile passare dalle condizioni precedenti a quella della buona terra.
Ma se la terra è buona, se il seminatore è il medesimo, se le sementi sono le stesse, perché uno ha dato cento, un altro sessanta e un altro trenta? La qualità del terreno è il principio della differenza. Non è né il coltivatore né la semente, bensì la terra in cui è accolta. Conseguentemente, la responsabile è la nostra volontà, non la nostra natura. Quanto immenso è l'amore di Dio per gli uomini! Invece di esigere identica misura di virtù, egli accoglie i primi, non respinge i secondi e offre un posto ai terzi. Il Signore dà questo esempio per evitare a coloro che lo seguono di creder che, per essere salvi, basti ascoltare le sue parole... No, ciò non è sufficiente per la nostra salvezza Bisogna anzitutto ascoltare con attenzione la parola e custodirla fedelmente nella memoria. Quindi occorre alienarsi con coraggio per metterla in pratica.
Il Signore racconta questa parabola per incoraggiare i suoi discepoli ed educarli a non lasciarsi deprimere, anche se coloro che accolgono la Parola sono meno numerosi di quelli che la sperperano. Così avveniva per il Maestro stesso che, nonostante la sua conoscenza del futuro, non desisteva dallo sparger la semente. Ma, si dirà, perché mai buttarla tra i rovi, tra le pietre o sulla strada? Se si trattasse di una semente e d'un terreno materiali, sarebbe insensato; ma allorché si tratta di anime e della dottrina, l'operato è degno di approvazione. Giustamente si riprenderebbe il coltivatore che si comportasse in tal modo: la pietra non saprebbe farsi terra, la strada non può esser che strada e le spine, spine. Ma nella sfera spirituale non avviene lo stesso: la pietra può divenir terra fertile, la strada può non esser più calpestata dai passanti e divenir campo fecondo, le spine possono esser divelte per consentire al seme di germogliare senza ostacoli. Se ciò non fosse possibile, il seminatore non avrebbe sparso la semente come ha fatto. Se la trasformazione benefica non si è sempre avverata, ciò non dipende dal seminatore, ma da coloro che non hanno voluto esser trasformati. Il seminato re ha adempiuto il suo dovere, ma se si è sprecato ciò ch'egli ha dato, il responsabile non è certo l'autore di tanto beneficio...
Non prendiamocela pertanto con le cose in sé, ma con la corruzione della nostra volontà. Si può esser ricchi e non lasciarsi sedurre dalle ricchezze, viver nel secolo e non lasciarsi soffocare dagli affanni. Il Signore non vuoi gettarci nella disperazione, bensì offrirci una speranza di conversione e dimostrarci che è possibile passare dalle condizioni precedenti a quella della buona terra.
Ma se la terra è buona, se il seminatore è il medesimo, se le sementi sono le stesse, perché uno ha dato cento, un altro sessanta e un altro trenta? La qualità del terreno è il principio della differenza. Non è né il coltivatore né la semente, bensì la terra in cui è accolta. Conseguentemente, la responsabile è la nostra volontà, non la nostra natura. Quanto immenso è l'amore di Dio per gli uomini! Invece di esigere identica misura di virtù, egli accoglie i primi, non respinge i secondi e offre un posto ai terzi. Il Signore dà questo esempio per evitare a coloro che lo seguono di creder che, per essere salvi, basti ascoltare le sue parole... No, ciò non è sufficiente per la nostra salvezza Bisogna anzitutto ascoltare con attenzione la parola e custodirla fedelmente nella memoria. Quindi occorre alienarsi con coraggio per metterla in pratica.
San Giovanni Crisostomo
Dai Vangeli sinottici
Matteo 13,1-9
il seminatore e i diversi terreni
1 In quel giorno Gesù, uscito di casa, si mise a sedere presso
il mare; 2 e una grande folla si radunò intorno a lui;
cosicché egli, salito su una barca, vi sedette; e tutta la folla stava sulla
riva. 3 Egli insegnò loro molte cose in parabole, dicendo:«Il
seminatore uscì a seminare. 4 Mentre seminava, una parte del
seme cadde lungo la strada; gli uccelli vennero e la mangiarono. 5 Un'altra
cadde in luoghi rocciosi dove non aveva molta terra; e subito spuntò, perché
non aveva terreno profondo; 6 ma, levatosi il sole, fu
bruciata; e, non avendo radice, inaridì. 7 Un'altra cadde tra
le spine; e le spine crebbero e la soffocarono. 8 Un'altra
cadde nella buona terra e portò frutto, dando il cento, il sessanta, il trenta
per uno. 9 Chi ha orecchi oda».
Matteo 13,18-23
Spiegazione della parabola del seminatore
18 «Voi dunque ascoltate che cosa significhi la parabola del
seminatore! 19 Tutte le volte che uno ode la parola del regno
e non la comprende, viene il maligno e porta via quello che è stato seminato
nel cuore di lui: questi è colui che ha ricevuto il seme lungo la strada. 20 Quello
che ha ricevuto il seme in luoghi rocciosi, è colui che ode la parola e subito
la riceve con gioia, 21 però non ha radice in sé ed è di corta
durata; e quando giunge la tribolazione o persecuzione a motivo della parola, è
subito sviato. 22 Quello che ha ricevuto il seme tra le spine
è colui che ode la parola; poi gli impegni mondani e l'inganno delle ricchezze
soffocano la parola che rimane infruttuosa. 23 Ma quello che
ha ricevuto il seme in terra buona è colui che ode la parola e la comprende;
egli porta del frutto e, così, l'uno rende il cento, l'altro il sessanta e
l'altro il trenta».
Marco 4,1-20
Parabola del seminatore
1 Poi prese di nuovo ad insegnare in riva al mare; e
una gran folla si radunò intorno a lui, tanto che egli, salito su una barca, vi
sedeva stando in mare, mentre l'intera folla era a terra lungo
la riva. 2 Ed egli insegnava loro molte cose in
parabole, e diceva loro nel suo insegnamento: 3 «Ascoltate!
Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4 Or avvenne
che mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada
e gli uccelli del cielo vennero e la mangiarono. 5 Un'altra
cadde in luoghi rocciosi dove non c'era molta terra e subito spuntò, perché non
c'era un terreno profondo. 6 Ma quando si levò il
sole fu riarsa; e poiché non aveva radice si seccò. 7 Un'altra
cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. 8 Un'altra
cadde in buona terra e portò frutto che crebbe, e si sviluppò tanto da
rendere l'uno trenta, l'altro sessanta e l'altro cento». 9 Poi
egli disse loro: «Chi ha orecchi da udire, oda!». 10 Ora,
quando egli fu solo, coloro che gli stavano attorno con i dodici lo
interrogarono sulla parabola. 11 Ed egli disse loro:
«A voi è dato di conoscere il mistero del regno di Dio; ma a coloro che sono di
fuori tutte queste cose si propongono in parabole, 12 affinché:
"Vedendo, vedano ma non intendano; udendo, odano ma non comprendano, che
talora non si convertano e i peccati non siano loro perdonati"». 13 Poi
disse loro: «Non comprendete questa parabola? E come comprenderete tutte
le altre parabole? 14 Il
seminatore è colui che semina la parola. 15 Quelli
lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la
parola; ma dopo che l'hanno udita, subito viene Satana e porta via la parola
seminata nei loro cuori. 16 Parimenti quelli che
ricevono il seme su un suolo roccioso sono coloro che, quando hanno udita la
parola, subito la ricevono con gioia; 17 ma non
hanno in sé radice e sono di corta durata; e, quando sopravviene la
tribolazione o la persecuzione a causa della parola, sono
subito scandalizzati. 18 Quelli invece che ricevono
il seme fra le spine, sono coloro che odono la parola; 19 ma
le sollecitudini di questo mondo, l'inganno delle ricchezze e le cupidigie
delle altre cose, che sopravvengono, soffocano la parola e questa rimane
infruttuosa. 20 Ma quelli che hanno ricevuto il seme
in buon terreno, sono coloro che odono la parola, la ricevono
e portano frutto, chi il trenta, chi il sessanta
e chi il cento».
Luca 8,5-15
5 «Il seminatore uscì a seminare la sua semenza; e, mentre seminava,
una parte del seme cadde lungo la strada: fu calpestato e gli uccelli del cielo
lo mangiarono. 6 Un'altra cadde sulla roccia: appena
fu germogliato seccò, perché non aveva umidità. 7 Un'altra
cadde in mezzo alle spine: le spine, crescendo insieme con esso, lo
soffocarono. 8 Un'altra parte cadde in un buon
terreno: quando fu germogliato, produsse il cento per uno». Dicendo queste
cose, esclamava: «Chi ha orecchi per udire oda!»9 I suoi
discepoli gli domandarono che cosa volesse dire questa parabola. 10 Ed
egli disse: «A voi è dato di conoscere i misteri del regno di Dio; ma agli
altri se ne parla in parabole, affinché vedendo non vedano, e udendo
non comprendano. 11 Or questo è il significato della
parabola: il seme è la parola di Dio. 12 Quelli
lungo la strada sono coloro che ascoltano, ma poi viene il diavolo e porta via
la parola dal loro cuore, affinché non credano e non siano salvati. 13 Quelli
sulla roccia sono coloro i quali, quando ascoltano la parola, la ricevono con
gioia; ma costoro non hanno radice, credono per un certo tempo ma, quando viene
la prova, si tirano indietro. 14 Quello che è caduto
tra le spine sono coloro che ascoltano, ma se ne vanno e restano soffocati
dalle preoccupazioni, dalle ricchezze e dai piaceri della vita, e non arrivano
a maturità. 15 E quello che è caduto in un buon
terreno sono coloro i quali, dopo aver udito la parola, la ritengono in un
cuore onesto e buono, e portano frutto con perseveranza.
Dalle lettere di San Paolo Apostolo
1 Corinzi 3:9-11
9 Noi siamo
infatti collaboratori di Dio; voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio.
10 Secondo
la grazia di Dio che mi è stata data, come savio architetto io ho posto il
fondamento, ed altri vi costruisce sopra; ora ciascuno stia attento come vi
costruisce sopra
11 perché
nessuno può porre altro fondamento diverso da quello che è stato posto, cioè
Gesú Cristo.
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