La fede al tempo del Covid
Viviamo in un'epoca dove la fede si piega dinnanzi a un male invisibile. Una metamorfosi epidemiologica che sconvolge e deprime la società civile e religiosa.
La costrizione e i vincoli sociali imposti dall'emergenza, isolano l'uomo e la sua psiche, rendendola schiava della solitudine economica e sociale, ma soprattutto spirituale.
La costrizione e i vincoli sociali imposti dall'emergenza, isolano l'uomo e la sua psiche, rendendola schiava della solitudine economica e sociale, ma soprattutto spirituale.
È umano pensare di essere soli, ma continuare a pensarlo è diabolico.
È proprio in questo momento che la nostra fede deve portare la nostra mente e il nostro corpo a prostrarci dinnanzi al Signore e utilizzare il rigore del silenzio e della solitudine per pregare e udire così le parole che Dio ci vuole pronunziare.
È proprio in questo momento che la nostra fede deve portare la nostra mente e il nostro corpo a prostrarci dinnanzi al Signore e utilizzare il rigore del silenzio e della solitudine per pregare e udire così le parole che Dio ci vuole pronunziare.
Solo così possiamo imparare a amare, a ascoltare il prossimo, a servire senza conflitto alcuno, a prostrarci dinnanzi al creato e alla sua intera umanità.
Non parlo di un sogno irrazionale, ma di una cosciente e razionale devozione verso il prossimo che spesso sta al di là del muro ma che ha comunque bisogno di essere ascoltato.
Solo rendendoci conto che siamo tutti alla pari, possiamo accorgerci che non esiste gerarchia se essa non è accompagnata dall'amore fraterno che solo il Signore ci può insegnare.
Operatore 118 e Gran Priore della Confraternita Scout Ortodossi d'Italia
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