15 Agosto - Dormizione di Maria
Apolitikion
Nella maternità hai conservato la
verginità
E nella dormizione non hai abbandonato
il mondo,
o Madre di Dio;
sei stata trasferita alla Vita essendo
madre della Vita
e con le tue preghiere liberi dalla
morte le nostre anime.
Danza con gioia, o popoli!
Batti le mani con gioia!
Radunati oggi con fervore e giubilo;
Canta con esultanza.
La Madre di Dio sta per sorgere nella gloria,
Salendo dalla terra al cielo.
La lodiamo incessantemente nella canzone
come veramente Theotokos- Madre di Dio.
L’Ortodossia
festeggia la “Dormizione” (Koimisis, o “l’addormentarsi”) della Theotokos o Madre di Dio, perché nel concetto tipicamente ortodosso della deificazione
dell’uomo Maria non è
solo colei che fu “prescelta” ma simboleggia la scelta che ciascuno di noi è
chiamato a compiere in risposta alla divina iniziativa per l’incarnazione
(ossia per la nascita di Cristo nei nostri cuori) e per la trasformazione
(ossia per la conversione dei nostri cuori dal male al bene). Come san Simeone
il nuovo teologo disse nel decimo secolo, noi siamo tutti invitati a
diventare Christotokoi (generatori di Cristo) e Theotokoi(generatori
di Dio).
La festa fu introdotta dall'imperatore Maurizio, di Costantinopoli - Nuova Roma, alla fine del VI secolo ed accolta anche dalla Chiesa latina, il secolo dopo da Papa Sergio I.
Riportiamo l'Omelia di San Gregorio Palamas sulla Dormizione di Maria
L’omelia di oggi
è dettata dal desiderio di riversare nelle vostre pie orecchie un discorso di
salvezza e … pronunciare la lode delle
grandezze della sempre vergine e Madre di Dio. … Se ‘è preziosa la morte dei santi’ [Sal 115, 6], e ‘la memoria del giusto è unita alla lode’
[Pr 10, 7], quanto più a noi si addice celebrare con le più alte lodi la
memoria della santa tra i santi, per mezzo della quale ai santi fu trasmessa la
santità, la sempre vergine Madre di Dio? Così noi facciamo in questo giorno di
festa, celebrando la sua santa Dormizione, oggi avvenuta, e il passaggio
all’altra vita con il quale lei, che era di poco inferiore agli angeli, superò
incomparabilmente gli angeli, gli arcangeli, e tutte le superiori potenze
celesti per la sua vicinanza a Dio e per le meraviglie che dall’eternità sono
scritte di lei e in lei hanno compimento. Per lei sono le divine predizioni dei
profeti posseduti da Dio, i prodigi che hanno prefigurato il futuro e grandioso
miracolo della terra abitata, cioè della sempre vergine Madre di Dio. Vi furono
mutamenti di stirpi e di eventi, che aprirono la strada perché si compisse in lei
il divino mistero; per lei vi furono le disposizioni, i decreti dello Spirito,
che in vari modi prefiguravano la futura verità. Per lei la fine, o piuttosto
il principio e la radice delle meraviglie che seguirono, delle opere che Dio
compì per Gioacchino e Anna, altissimi nella virtù, alla loro età; essi,
sterili dalla giovinezza, avrebbero procreato nella vecchiaia avanzata, e la
figlia che ne sarebbe nata avrebbe partorito senza seme di uomo colui che,
senza tempo, era stato generato dal Padre prima del tempo; e poi coloro che
così straordinariamente avevano procreato, avrebbero offerto in voto al
donatore colei che in modo ancora più straordinario avrebbe partorito. Da
questo degnissimo voto conseguì il trasferimento della Madre di Dio ancora
bambina dalla casa del padre alla casa di Dio, e il suo mirabile soggiorno per
non brevi anni nello stesso Santo dei santi, dove, per l’autorità degli angeli,
ricevette un cibo ineffabile, che Adamo non gustò; non sarebbe infatti uscito
dalla vita, come non uscì questa Tutta Santa, anche se figlia di Adamo.
Sottomessa per un poco alla natura, essa, come suo Figlio, oggi si è trasferita
dalla terra al cielo. 2. Ma dopo che essa ebbe ricevuto l’ineffabile
nutrimento, seguirono la richiesta di nozze, densa di mistero, di questa
Vergine, e il saluto insolito e più grande di ogni parola, dell’arcangelo
disceso in volo dal cielo, gli ammonimenti e le esortazioni di Dio,
rovesciamento e rimedio della maledizione che aveva colpito Eva e Adamo, e che
la trasformarono in benedizione. Il re dell’universo, infatti, si innamorò
della mistica bellezza di questa sempre vergine, come David aveva preannunciato
[Sal 44, 12], e, abbassando i cieli, discese, la coprì con la sua ombra [Lc 1,
35], o, meglio, la potenza sostanziale dell’Altissimo prese dimora in lei. Non
manifestò la sua presenza attraverso la caligine o fuoco, come fece per Mosè,
colui che vide Dio, né attraverso turbine e nube, come fece per il profeta
Elia, ma senza nulla nel mezzo, senza velo alcuno, la potenza dell’Altissimo
coprì con la sua ombra il grembo purissimo e verginale, senza che nulla si
frapponesse, né aria, né etere, né alcuno degli elementi sensibili o
sovrasensibili. Non si tratta di un’ombra che discende, ma di un’unione reale.
Ma poiché la natura di chi fa ombra è quella di imprimere la sua forma e la sua
figura in chi l’ombra riceve, nel ventre di Maria non solo vi fu unione, ma
anche concepimento di forma, e colui che prese forma dalla potenza
dell’Altissimo e da quel grembo santissimo e verginale, era il verbo di Dio
fatto carne. Così in modo indicibile pose la sua tenda in lei e da lei uscì,
vestito di carne, il Verbo di Dio, ‘fu visibile sulla terra e visse in mezzo
agli uomini’ [Bar 3, 38], rendendo divina la nostra natura, e, secondo il
divino apostolo, donando a noi quelle cose sulle quali ‘gli angeli desiderano
fissare lo sguardo’ [1Pt 1, 12]. Questa è la lode soprannaturale, la gloria,
superiore a ogni gloria, di questa sempre Vergine, da cui sono vinti ogni mente
e ogni pensiero, anche se fossero pensieri di un angelo. E quale parola sarebbe
in grado di esprimere quello che avvenne dopo il parto ineffabile? Essa
partecipò nell’agire e nel patire all’opera di quell’annientamento che è
innalzamento del Verbo di Dio, e con lui a buon diritto fu glorificata e
innalzata, sempre aggiungendo grandezza a soprannaturale grandezza. E anche
dopo l’ascesa la cielo di colui che da lei aveva preso carne, continuò a
magnificare, con fortissimo e molteplice esercizio, le grandezze al di sopra di
ogni mente e di ogni parola operate in lei, con preghiere e amore rivolte a
tutto il mondo, con consigli ed esortazioni rivolte a coloro che, in tutti i
confini del mondo, proclamavano l’annuncio di Dio. Per tutti essa sola era
forza e incitamento, da tutti udita e vista, e in ogni modo cooperava
all’annuncio dell’evangelo; e così, con la mente e con la parola, diede prova
di una vita che era tutta una milizia. 3. Per questo anche la sua morte, che la
trasferì nella vita celeste e immortale, fu portatrice di vita e la sua memoria
è festa gloriosa e universale celebrazione, che non solo rinnova le meraviglie
della Madre di Dio, ma anche ricorda il comune e rinnovato accorrere dei santi
apostoli che da ogni gente giunsero alla santissima sua sepoltura, gli inni di
quei posseduti da Dio, che in essa glorificavano Dio, le cure e le danze degli
angeli intorno a lei, e i loro servigi; essi la scortavano, la seguivano,
l’aiutavano, si opponevano ai suoi nemici, la difendevano; con tutta la loro
potenza cooperavano e cantavano insieme a coloro che in ogni atto veneravano
quel corpo, principio della vita e culla di Dio, rimedio salvifico della nostra
stirpe, gloria di tutta la creazione. essi combattevano e si opponevano con
mano nascosta ai giudei che, in lotta contro Dio con mano e pensiero,
l’aggredivano e la contrastavano alla presenza invisibile dello stesso Signore
degli eserciti e Figlio di questa sempre vergine, che tributava alla Madre
l’onore dell’esodo dal mondo terrestre. Nelle sue mani era riposto il soffio
vitale di lei, che aveva portato Dio; per mezzo suo, dopo breve tempo, anche
quel corpo a lui congiunto viene trasportato in un luogo celeste, dove è sempre
vita, come si conveniva e in modo coerente alla sua vita dal principio fino a
ora. Molti infatti di coloro che vivono nel tempo ottennero divina benevolenza
e gloria e potere, cosicché anche David disse: ‘Per me sono stati molto onorati
i tuoi amici, o Dio, molto è stato rafforzato il loro potere. Li conterò, ed
essi saranno più numerosi della sabbia’ [Sal 138, 17-18]. Molti, come dice
Salomone, acquistarono forza, ma costei tutti e tutte supera e sovrasta: di
quanto, è impossibile dire. Essa sola infatti, stando nel mezzo fra Dio e tutta
la stirpe degli uomini, rese Dio figlio dell’uomo, e rese figli di Dio gli
uomini, fece della terra un cielo, rese divina la nostra stirpe; essa sola fra
tutte le donne, per il suo ineffabile parto apparve, al di sopra della natura,
madre per natura di Dio, regina di tutta la creazione mondana e sovramondana e
così avendo innalzato da se stessa i suoi sudditi e reso celeste, da terrestre
che era, la terra a lei sottomessa, partecipa a maggior dignità e più alto
potere e, per il celeste volere dello Spirito divino, è l’altissima fra i
sublimi e la beatissima regina della stirpe dei beati. 4. Ora essa ha quale sua
dimora il cielo ed esso le si addice, come propria reggia alla quale oggi viene
trasferita dalla terra, e sta alla destra del re dell’universo, avvolta da un
abito ricamato d’oro, secondo quanto è stato detto di lei dal profeta salmista
[Sal 44, 10.14]. Per abito trapunto d’oro intendi il suo corpo, attraverso il
quale Dio risplende, ricamato da ogni specie di virtù; essa sola con il suo
corpo glorificato ora Dio ha posto in cielo insieme con il Figlio; la terra, la
tomba e la morte non potevano, infatti, trattenere fino alla fine quel corpo
che diede principio alla vita e accolse Dio, dimora a Dio più cara del cielo e
cielo dei cieli. Se infatti l’anima, nella quale abitava la grazia di Dio, sale
al cielo, sciolta dai vincoli di quaggiù, come attraverso molti segni si è reso
manifesto e come noi crediamo, come è possibile che quel corpo, che non solo
accolse in sé il Figlio di Dio, eterno e unigenito, l’eterna sorgente della
grazia, ma anche lo generò, non sia stato elevato dalla terra al cielo? Essa
che, quando aveva soltanto tre anni, e non portava ancora dentro di sé il
celeste abitatore, non ancora incarnato, abitò nel Santo dei santi e fu
iniziata a tali e tante virtù così da essere veramente al di sopra del mondo
terrestre, come sarebbe potuta diventare terra, soggetta alla corruzione? E
come potrebbe darsi ragione di ciò chi con la ragione considera? Perciò il
corpo che generò viene glorificato insieme al generato, e, secondo il cantico
profetico [cfr. Sal 131, 8], ‘l’arca della sua santità’ risuscitò insieme con
il Cristo risorto prima di lei al terzo giorno. Prova per i discepoli della
risurrezione della Madre di Dio dai morti sono i lenzuoli e il corredo funebre,
le sole cose lasciate nel sepolcro, le sole cose trovate in esso da coloro che
erano venuti a cercare, come era accaduto prima, per il Figlio e Signore. Non
era necessario che essa, come il suo Figlio e il suo Dio, rimanesse ancora un
poco sulla terra e perciò fu subito trasportata dal sepolcro negli spazi del
cielo, dal quale manda sulla terra luminosissimi e divini lampi di luce e di
grazie, facendo luce di là su tutta la terra, venerata, ammirata e celebrata
con inni da tutti i fedeli. Dio infatti volle creare un’immagine della sua
assoluta bellezza e mostrarla nella sua purezza agli angeli e agli uomini; così
creò costei, la tutta- bella, radunando tutti gli ornamenti di tutti i beni,
visibili e invisibili, che aveva distribuito per adornare l’universo al tempo
della creazione. Più ancora, Dio operò in lei una fusione di tutte le bellezze,
divine, angeliche e umane, superiore ad entrambi i mondi e più alta fonte per
essi di ornamento. Preso inizio dalla terra, essa giunse al cielo, congiungendo
le cose di lassù a quelle di quaggiù, e il tutto abbracciando con le sue meraviglie;
lei, che all’inizio è stata detta di poco inferiore agli angeli [cfr Sal 8, 6],
intendo dire per aver gustato la morte, accresce in tutto l’eccellenza di Madre
di Dio; perciò giustamente oggi tutto coopera e tutto insieme applaude per la
celebrazione di questa festa. 5. Era dunque conveniente che colei che fece
spazio in sé a colui che tutto riempie e che è al di sopra di tutto,
oltrepassasse anch’essa il tutto, e fosse al di sopra del tutto con le sue
virtù per la grandezza della sua dignità. E dunque quello che a tutti i buoni
bastò dall’inizio dei tempi, e che, pur distribuito, li rese ottimi, e tutto
quello che i beneficiati da Dio, angeli e uomini, hanno in parte, essa tutto
radunò; essa sola porta a compimento il tutto e anche lo supera, per quanto è
possibile dire e, al di sopra di tutti, ora possiede anche questo privilegio,
quello di risuscitare dopo la morte e di vivere, essa sola, in cielo con il
corpo insieme al suo figlio e suo Dio. Di là, in ricchissima misura, essa
effonde la grazia su chi la onora, e dona la capacità di tendere a lei, che è
vassoio sul quale vengono offerte tali grazie. E, nella ricchezza dei doni, per
la sua bontà sempre più grandi, essa non arresta mai la sua munificenza e la
sua magnifica generosità verso di noi. E se dunque uno rivolge lo sguardo a
tale compendio e distribuzione di ogni bene, dirà che questo la Vergine lo
compie con la virtù e per coloro che vivono secondo virtù, così come fa il sole
con la luce sensibile per coloro che vivono sotto i suoi raggi. E se rivolge lo
sguardo al sole che miracolosamente è sorto per gli uomini da questa Vergine,
sole che tutto possiede e che per sua natura opera tutto quanto è per natura
vicino a questa grazia, se dunque ad esso rivolge l’occhio della sua mente, la
Vergine apparirà subito come un cielo divinamente tanto più preziosa di quanto
è stato donato sotto il cielo e sopra di esso. Essa ha conseguito un’eredità di
beni tanto maggiore, quanto il cielo è più grande del sole, e quanto il sole è
più splendente del cielo. 7. Quale parola mai, o Vergine Madre di Dio, potrà
descrivere la tua bellezza, splendente di luce divina? Non è infatti possibile
rinchiudere i tuoi pregi nei confini dei ragionamenti e delle parole;
sorpassano infatti mente e parola. Tuttavia è possibile celebrarti con inni, e
tu, nel tuo amore per gli uomini, lo accetti; tu infatti sei il luogo di tutte
le grazie, la pienezza di ogni perfezione, quadro e icona animata di ogni bene
e di ogni virtù, perché tu sola sei stata ritenuta degna di ricevere tutti i
carismi dello Spirito; o meglio, solo tu hai accolto miracolosamente nel tuo
grembo colui nel quale sono i tesori di tutti i carismi, e, al di là di ogni
ragionamento, sei stata la tenda partita oggi attraverso la morte verso
l’immortalità e trasferita a buon diritto dalla terra al cielo, affinché nelle
tende al di sopra del cielo tu sia sua compagna per l’eternità e là da lui
ricevi l’eredità e, con la tua insonne intercessione, ottieni per tutti
misericordia. Tanto più vicina a Dio è la Vergine di quanti a lui sono
prossimi, di tanto maggiori doni è ritenuta degna la Madre di Dio in confronto
a tutti, e non mi riferisco solo agli uomini, ma anche a tutte le gerarchie
celesti. Infatti riguardo all’ordine di queste schiere dell’alto, Isaia scrive:
‘E i serafini stavano intorno a lui’ [Is 6, 2]. E ancora, riguardo a lei, David
dice: ‘Stette la regina alla tua destra’ [Sal 44, 10]. Notate la differenza
della posizione? Da questa potete vedere anche la differenza della disposizione
secondo la dignità: intorno a Dio infatti stanno i serafini, ma vicino a lui
sta soltanto la regina dell’universo, la quale riceve ammirazione e lode da Dio
stesso, che la proclama simile alle potenze che lo circondano, e dice, come è
detto nel Cantico dei cantici: ‘Quanto sei bella, amica mia’ [Ct 4, 1]! Più
lucente della luce, più fiorita dei giardini divini, più adorna di tutto il
mondo, visibile e invisibile. E non solo ‘amica’, ma tu che stai ‘alla destra’;
dove infatti il Cristo siede nei cieli, cioè alla destra della Maestà [Eb 1,
3], là sta anch’essa, ascesa oggi dalla terra al cielo; non solo perché
desidera ed è desiderata più di tutto, e per le stesse leggi della sua natura,
ma perché è veramente suo trono. Questo trono vedeva anche Isaia in mezzo alla
danza dei cherubini [Is 6,1-3], e diceva che era alto e sublime, volendo
dimostrare che il trono della Madre di Dio sovrastava i troni delle potenze
angeliche. Perciò essa guida gli angeli che lodano Dio e dicono: ‘Benedetta la
gloria del Signore dalla sua dimora’ [Ez 3, 12]. E Giacobbe il patriarca, che
questo luogo vide in enigma, disse: ‘Terribile è questo luogo! È davvero la
casa di Dio e la porta del cielo’ [Gen 28, 17]. E d’altra parte Davide, unendo
a sé il popolo dei salvati e valendosi di essi come di corde o di suoni
differenti, armonizzati da stirpi diverse in un’unica fede da questa sempre
Vergine, intona la melodia in un inno nel quale tutte le armonie si
congiungono, dicendo: ‘Ricorderò il tuo nome di generazione in generazione; per
questo le genti canteranno le tue lodi nei secoli, e nei secoli dei secoli’
[Sal 44, 18]. 7. Vedete come tutta la creazione canta le lodi della Madre di
Dio, e non nei tempi che sono passati, ma nei secoli e nei secoli dei secoli? È
dunque possibile da qui capire che essa non cesserà per tutto il tempo di
beneficare le creature, non solo quelle che sono come noi, ma anche le
gerarchie immateriali e soprannaturali, poiché anche queste, insieme a noi, per
mezzo di lei sola possono divenire partecipi di Dio e toccare Dio, quella
intoccabile natura. Isaia, col suo sguardo lontano, lo manifestò: non aveva
visto infatti il serafino prendere il carbone dall’altare dei profumi senza
alcun mezzo, ma con una tenaglia [Is 6, 69], e con essa toccò anche le labbra
del profeta, purificandolo; questa della tenaglia era la stessa grandiosa
visione che ebbe Mosè, il roveto ardente che non si consumava [Es 3,2]. E chi
non sa che la madre Vergine è quel roveto e quella tenaglia e che accolse in
sé, senza incendiarsi, il fuoco divino, mentre l’angelo si pose a servizio del
concepimento e colui che prende su di sé il peccato del mondo per mezzo di lei
si unì al genere umano, e, attraverso l’ineffabile unione, ci diede la
purificazione? Essa sola è il confine tra natura creata e increata e nessuno
potrebbe andare a Dio se da lei non fosse illuminato di splendore divino: ‘Dio
sta in mezzo ad essa; non vacillerà’ [Sal 45, 6]. E se le ricompense vengono
date secondo la misura dell’amore per Dio, e se colui che ama il Figlio è amato
da lui e dal Padre suo, e diviene dimora di entrambi, che, secondo la promessa
del Signore, misticamente in lui dimoreranno e con lui cammineranno, chi
potrebbe amare costui più che la Madre, essa, che non solo generò questo come
figlio unigenito, ma da sola lo generò, senza conoscere uomo? E in tal modo
raddoppiato in essa è l’amore, poiché non vi è un altro che lo condivida. Chi
più della Madre sarebbe amato dall’Unigenito, ineffabilmente nato da lei sola
negli ultimi tempi, come, prima del tempo, era nato dal solo Padre? E come non
sarebbero stati moltiplicati in modo degno anche gli onori a lei dovuti per
legge da parte di colui che era disceso dal cielo per dare compimento alla
legge? 8. Come dunque per opera di lei sola Cristo soggiornò fra noi e ‘fu
visibile sulla terra e visse in mezzo agli uomini’ [Bar 3, 38], lui che a tutti
era invisibile prima di incarnarsi in essa, così, anche nell’incessante volgere
dei tempi, ogni progresso di luce divina, ogni svelamento di misteri divini,
ogni visione di doni spirituali a nessuno sarebbero concessi senza di lei. Essa
per prima accolse la pienezza che il tutto attraversa, fa sì che da tutti possa
essere accolta, distribuendola a ciascuno secondo le sue capacità, in
conformità e in misura della sua purezza. E così essa è lo scrigno e l’amministratrice
della ricchezza di Dio. E siccome è legge eterna dei cieli che gli inferiori,
attraverso i più grandi, divengano partecipi di colui che è e ha sede nel
cielo, se la Vergine Maria è incomparabilmente più grande di tutti, attraverso
di lei avranno parte quanti saranno partecipi di Dio, e quanti conoscono Dio
saranno portatori di lei, che è terra dell’Incontenibile; e, dopo Dio, lei
celebreranno con inni quanti elevano inni a Dio. Essa è causa anche delle cose
che furono prima di lei, guida di coloro che verranno dopo di lei, garante
dell’eternità. Essa è oggetto dei canti dei profeti, capo degli apostoli,
fortezza dei martiri, cattedra dei maestri. Essa è la gloria di chi vive sulla
terra, la gioia dei celesti, l’ornamento di tutta la creazione. Essa è principio,
sorgente e radice dei beni ineffabili, culmine e perfezione di ogni santità. 9.
O Vergine divina che ora sei in cielo, come posso enumerare tutte le tue
magnificenze? Come posso glorificare te, tesoro di gloria? Anche solo il
ricordo di te santifica chi se ne vale; anche solo un cenno a te rivolto rende
più luminosa la mente, che subito si innalza ad altezza divina; attraverso di
te si fa penetrante l’occhio della mente; per opera tua si fa splendente lo
spirito per la venuta dello Spirito divino. Tu sei tesoriera e dispensatrice di
grazie, e non le trattieni per te, ma colmi di grazia l’universo; il tesoriere
di tesori inesauribili, infatti, sorveglia perché siano distribuiti. A che
scopo terrebbe rinchiusa una ricchezza che non diminuisce? Distribuisci dunque
doviziosamente a tutto il tuo popolo, alla tua eredità, la tua misericordia e
le tue grazie, o Signora. Sciogli i vincoli dei mali che ci imprigionano! Tu
vedi da quanti e quali mali siamo oppressi, nostri e altrui, esterni e interni.
Trasforma tutto in meglio con la tua potenza, conciliando fra loro quelli che
vivono all’interno della città e hanno uguale stirpe, allontanando quelli che,
dal di fuori, li assalgono come bestie selvagge. Alle nostre passioni opponi il
tuo soccorso e la tua medicina, distribuendo alle anime e ai corpi la tua
grazia, ricca e sufficiente per tutte le necessità; e se non progrediamo, facci
avanzare tu, e agisci in misura tale che, salvati e rinvigoriti dalla tua
grazia, possiamo rendere gloria al Verbo anteriore al tempo, che da te prese
carne per noi, insieme con il Padre suo senza principio e lo Spirito datore di
vita, ora e sempre e per i secoli senza fine. Amen.
San Gregorio Palamas
Kontakion
Né la tomba, né la morte prevalsero sulla Theotokos – Madre di Dio,
Che intercede costantemente
per noi nella preghiera e rimane immutabile speranza nelle nostre necessità.
Per essere la madre della Vita,
Fu tradotta in vita da Colui che dimorava nel suo grembo
verginale.
Oggi l'universo danza con gioia nel tuo glorioso memoriale,
E grida a te, o Madre di Dio:
"Rallegrati, o Vergine, orgoglio dei cristiani!"
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