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lunedì 15 marzo 2021

La salute dell'anima favorisce la salute del corpo e aiuta a superare gli effetti della pandemi

 

 La salute dell'anima  favorisce la salute del corpo e aiuta a superare gli effetti della pandemia

La chiusura altalenante di palestre e chiese ha un effetto devastante per la salute fisica e spirituale della popolazione. La salute fisica e spirituale sono intrinsecamente connesse e la religione, come dimostra il fatto che epoca immemorabile la figura del sacerdote e del medico spesso coincidevano, e di questo ne è prova, ancora oggi, della persistenza di guaritori-sciamani in diverse aree tribali dell’Africa, delle Americhe, dell’Asia e dell’Oceania. La cura della salute non soltanto fisica, ma anche spirituale è riconosciuta anche dal nostro Ordinamento statuale che prevede la presenza di cappelle negli Ospedali, perché l’assistenza religiosa e la preghiera sono utili anche a superare i momenti di sconforto e di dolore, dare serenità all’anima e aiutare a superare la malattia. Ci sono malattie poi, come la depressione, dove l’assistenza spirituale ha spesso effetti più benefici delle cure mediche, come è anche vero che chi crede ha maggiori possibilità di guarigione rispetto ai non credenti. Che la religione ha un effetto benefico sulla salute è un dato scientifico incontrovertibile, infatti secondo una ricerca della della Harvard School of Public Health che hanno pubblicato un’analisi del loro grande studio prospettico su 74.543 infermiere americane circa la relazione tra la frequentazione di funzioni religiose e la mortalità, ha certificato che le possibilità di contrarre malattie, anche mortali, sono tra i credenti, molto minori rispetto a coloro che non credono. Storicamente poi l’assistenza psicologica alle famiglie, come anche ai malati, è stata storicamente appannaggio dei sacerdoti, e non è detto che quella religiosa sia meno efficiente di quella offerta dagli psicologi. Sul quotidiano online d’informazione sanitaria www.quotidianosanità.it del 20 maggio 2016 viene riportata una dichiarazione del dott. Franco Berrino, epidemiologo dell’Istituto Tumori di Milano per il quale: “è ragionevole ipotizzare che la preghiera, agisca riducendo uno dei principali fattori di rischio delle malattie croniche, lo stato infiammatorio cronico”. Chiudere o limitare luoghi di culto o assistenza religiosa non aiuta certamente la popolazione a superare l’impatto che la pandemia ha non soltanto sull’economia ma anche sulla salute psico-fisica delle persone. Il cristianesimo poi è non soltanto la religione della salvezza delle anime ma anche della salute e, come ci ricorda il Vangelo, Gesù ha integrato la sua predicazione effettuando guarigioni miracolose e dando speranza all’umanità del superamento della morte attraverso la sua risurrezione. Oggi vari studi scientifici, effettuati soprattutto in America, riconoscono l’importanza medica del cristianesimo quale religione della salute dell’anima e del corpo, e che la cura sacerdotale ha un effetto benefico perché sviluppando emozioni positive, ha effetti sull’umore, favorisce l’ottimismo indispensabile per superare le malattie, offre una prospettiva di speranza, ha effetti anche sulla longevità, il miglioramento dell’aspettativa di vita e la qualità della vita. Oggi ad esempio sta crescendo la psicologia della religione, che studia il comportamento umano in rapporto con il trascendente, critica la psicologia freudiana e sostiene che “numerose nevrosi sono principalmente legate al fatto che i bisogni religiosi dell’anima non sono più presi sul serio dalla psicologia”. Le neuroscienze spirituali, la neuroteologia, la teobiologia, la teologia del corpo ecc., come anche accertato da numerose ricerche accademiche, sostengono che le pratiche religiose, la preghiera, la meditazione ortodossa quale l’esicasmo o preghiera del cuore, sono una risorsa utile a far fronte a situazioni di sofferenza, stress e problemi di vita che interferiscono con la salute fisica e mentale. Alla luce di ciò bloccare o limitare  l’assistenza religiosa alla popolazione danneggia le difese immunitarie e favorisce, non ostacola, l’incidenza della pandemia sulla società. Il cristianesimo poi, da sempre, è una religione medicinale che ha supportato la medicina anche attraverso preghiere e riti di guarigione che, da secoli, ha aiutato il nostro popolo a superare attraverso la cura della salute spirituale anche anche gli aspetti più tragici delle epidemie che hanno colpito ciclicamente l’umanità.

Filippo Ortenzi

arcivescovo metropolita della Chiesa Ortodossa Italiana

Salute e Covid-19

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