La Chiesa Ortodossa Italiana ha istituito per la preparazione dei propri chierici, monaci e per i fedeli che vogliono approfondire la loro cultura religiosa una Università Teologica denominata: Università Ortodossa San Giovanni Crisostomo per curare la preparazione accademica nella conoscenza dell’ortodossia antica e contemporanea, con particolari attenzioni alle tradizioni storiche, liturgiche, teologiche, scientifiche, sociali, economiche, sanitarie, umanistiche e culturali.
Su iniziativa del dott. Prof. Massimo Giusio, scrittore, teologo, saggista, sociologo delle religioni, direttore didattico dell’UNISAG (Università San Giovanni Crisostomo) e corepiscopo della Chiesa Ortodossa Italiana è nata Radioortodossa, che trasmette via web su www.radioortodossa.it e la cui App si può scaricare anche sul cellulare https://share.xdevel.com/player/2576
Radioortodossaè la prima e più importante radio per i cristiani ortodossi di tutta Italia, che credono nell'unità dei cristiani e nella spiritualità d'Oriente. 24 ore al giorno di ascolto e di incontro con chi crede, chi possiede già la fede o chi vuole avvicinarsi alla storia preziosa del Cristianesimo d'Oriente ed alle sue forme religiose, artistiche e culturali. Aiuto, ecumenismo, e dialogo rispettoso col mondo cattolico, assistenza e sostegno a persone e famiglie e speranza nel futuro sono le nostre parole d'ordine. Convegni, dibattiti, interviste, musica, rubriche e dirette con gli ascoltatori, con riti, rosario e liturgie in italiano e in rumeno.
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Sabato
10 aprile si è svolta una interessante lezione sull'Esicasmo o
"preghiera del cuore" tenuta, per il corso di Teologia e
Spiritualità Ortodossa dell'Università San Giovanni Crisostomo dal
prof. Massimo Giusio, giurista, scrittore, teologo, sociologo delle
religioni e dal prof. Tudor Pectu del Dipartimento di Filosofia delle
Religioni dell'Università di Bucarest. La lezione, che potete
ascoltare su questo blog è, unitamente alle altre precedentemente
effettuate, consultabile sul canale Youtube UNISAG al quale vi invito
ad iscrivervi.
Il
prof. Massimo Giusio ha parlato dell'Esicasmo, che si basa
sulla preghiera di Gesù: "Signore Gesù
Cristo, figlio di Dio, abbi pietà" alla quale in ambito slavo russo fu aggiunto “di me, peccatore
Le
radici dell'esicasmo vanno ricercate nel Vangelo di Marco
(10,46-52): 46E
giunsero a Gerico. E mentre partiva da Gerico insieme ai discepoli e
a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo,cieco,
sedeva lungo la strada a mendicare. 47Costui,
al sentire che c'era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire:
«Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». 48Molti
lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: «Figlio
di Davide, abbi pietà di me!». 49Allora
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». E chiamarono il cieco
dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!». 50Egli,
gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. 51Allora
Gesù gli disse: «Che vuoi che io ti faccia?». E il cieco a lui:
«Rabbunì, che io riabbia la vista!». 52E
Gesù gli disse: «Va',
la tua fede ti ha salvato».
E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada.
La
preghiera di autorappresentazione di sé "abbi pietà di me"
e le parole di Gesù "la tua fede ti ha salvato"
sono le basi della preghiera esicastica.
Il
professor Giusio ha esposto in modo esaustivo le cinque fasi delle tecniche esicastiche:
I
fase) III - IV secolo. E' la fase dei Padri del Deserto e di due
grandissimi santi: Evagrio del Ponto e Gregorio di Nissa
(autore del libro: La Vita di Mosè). Si sviluppa tra i Padri
del deserto che consigliavano la ripetizione costante di
un’invocazione, composta di una sola breve formula (“preghiera
monologica”). I monaci anacoreti si
ritiravano in luoghi appartati, lontani dalle interferenze acustiche
e mondane al fine di sconfiggere le passioni che rallentano la
possibilità di avvicinamento allo Spirito e aumentare le possibilità di realizzazione del bene.
II
fase) VI-VII
secolo. Definita fase sinaica, ha quale esponente principale Giovanni Climaco. La preghiera
monologica (anche solo: Gesù,
Gesù, Gesù...) viene ritenuta di per se sufficiente alla discesa della mente nel cuore. Ha inizio la formulazione di quelle tecniche: quali la compressione del mento
sul petto, il rallentamento del battito cardiaco che crea
tranquillità. L'utilizzo di tecniche respiratorie quali la
respirazione a narici alternate e la recitazione continua della
preghiera monologica da origine a quella che, ultimamente, viene definita con una espressione tautologica Esicasmo
Trascendentale (l'esicasmo
è di per sé trascendentale).
III
fase) X-XI
secolo. Vede quale esponente principale Simeone il Nuovo Teologo. In questo periodo inizia ad emergere la necessità assoluta di non fare mai
l’esicasmo da soli ma con l’aiuto di una Guida Spirituale, ossia accompagnato da un maestro con esperienza, saggezza, prudenza e preparazione teologica.
Si perfezionano ulteriormente le tecniche psico-fisiche affinché con
la preghiera, il controllo del battito del cuore e della respirazione
il mistico orante, bandisca i pensieri, raccolga il
suo spirito nelle narici e lo spinga sul cuore perché il Regno di
Dio è dentro di Noi.
IV
fase) XIII
secolo. Fase athonita. La mistica esicastica si scontra con la
teologia razionalista cattolica della scolastica. In tale fase si
avrà lo scontro tra due teologici, Barlaam di Seminara (o il
Calabro) e Gregorio Palamas. Barlaam accuserà gli esicasti
di onfaloscopia o
contemplazione perpetua dell'ombelico ed altre nequizie. Nel 1351 fu
convocato a Costantinopoli un Concilio (Nono concilio Ecumenico per
il Patriarcato di Costantinopoli) nel quale non soltanto fu accettata
come pienamente ortodossa la
teologia esicastica secondo Gregorio Palamas ma le pratiche
athonite furono vivamente consigliate per i fedeli che volessero
perseguire la theosis e l'edificazione del Tempio dello Spirito
nel proprio corpo. Detto Concilio condannò le posizioni avverse di
Barlaam di Calabria.
V
fase) XVII-XVIII
secolo. L'esicasmo vede la definitiva codificazione con Nicodemo l'Aghiorita, autore della Filocalia ( letteralmente, amore
della bellezza) un florilegio
patristico che è una vera e propria Encicopedia, un manuale con
regole d'orientamento che tutti gli ortodossi dovrebbero conoscere.
La concentrazione non
può prescindere dall'attenzione
(state attenti si dice nella
Liturgia di Giovanni Crisostomo). La concentrazione
quale essenzializzazione della focalizzazione dell’attenzione dello
sguardo sull’anima, sul cuore come elemento di sintesi, come
elemento unitario. Eliminazione progressiva dalla mente di tutto ciò
che ci circonda e focalizzare lo sguardo su un punto particolare.
Riduzione delle passioni quale grado di crescita spirituale in un
processo discendente con la calata della mente nel cuore per
raggiungere il ricordo di Dio eterno e rendere la vita gioiosa. La
preghiera esicastica della discesa della mente nel cuore come ricerca
della theosis della quale è importante valorizzarne l'efficacia.
Il
prof. Tudor Petcu ha invece parlato dei metodi e pratiche
esicastiche nell'area greca, russa e rumena con informazioni anche
sull'esicasmo in ambienti ortodossi occidentali, specie in Francia.
DIAVOLO, DEMONOLOGIE E SATANISMI TRA STORIA, TEOLOGIA E SOCIOLOGIA
DIAVOLO, DEMONOLOGIE E SATANISMI TRA STORIA, TEOLOGIA E SOCIOLOGIA
Sabato 3 aprile (vigilia della Pasqua cattolica) si è svolta una interessante lezione su: DIAVOLO, DEMONOLOGIE E SATANISMI TRA STORIA, TEOLOGIA tenuta dal teologo ortodosso Massimo Giusio, responsabile del Dipartimento Storico-Religioso dell'Università Ortodossa San Giovanni Crisostomo. Abbiamo avuto la fortuna di ascoltare l'intervento del professor Massimo Introvigne, sociologo delle religioni tra i più importanti al mondo, che ci ha parlato del satanismo e dei satanisti, temi su cui è considerato, anche per i libri di cui è autore, un vero esperto internazionale. Tra gli intervenuti anche mons. Filippo Ortenzi sulla figura di Papa Giovanni XXII, ritenuto uno dei fondatori della demonologia cattolica, iniziatore della caccia alle streghe e che Dante aveva citato nella Divina Commedia quale simoniaco e corrotto.
Per chi è interessato si allega scheda di adesione al corso.
Commissione Europea - L'Università Ortodossa San Giovanni Crisostomo (UNISAG) è registrata al Numero identificativo n. 686411142111-53 quale Istituto di ricerca e formazione.
Sabato prossimo il dott. prof. Massimo Giusio, scrittore, teologo, sociologo delle religioni e il dott. prof. Tudor Petcu del Dipartimento di Filosofia delle Religioni dell'Università di Bucarest terranno una lezione sull'ESICASMO o "preghiera del cuore".
Fozio, l'interpolazione del Simbolo Costantinopolitano, il "Filioque" da Toledo in poi, Lo Spirito Santo e la Teologia trinitaria nei suoi sviluppi
prof. Tudor Petcu: Lo sviluppo e l'evoluzione storica della spiritualità ortodossa in Russia, in Grecia ed in Romania: analisi di alcuni autori (Florenskij, Sarov, Nicodemo, Staniloae)
La "teologia dell'amicizia" nelle opere di Florenskij: il primato dell'Amore amicale su ogni rifiuto
(per partecipare alle lezioni, che si tengono il sabato dalle ore 17,30 alle 20
La
Chiesa Ortodossa Italiana, a mezzo del suo Arcivescovo Mons. Filippo
Ortenzi, ha approvato il seguente comunicato:
La
recente pronuncia della Chiesa Cattolica Romana (“Responsum”
C.D.F. del 15 marzo) in ordine alla illiceità della Benedizione
delle unioni di persone dello stesso stesso, impone alcune
riflessioni e considerazioni teologiche ed antropologiche alla luce
del Vangelo, dello spirito pastorale vero e della natura strutturale
e funzionale dell'atto benedizionale. Tutto l'anno, ed in particolare
nella giornata di S. Antonio, si benedicono in molti luoghi cani,
gatti, criceti e pappagalli. La Chiesa Cattolica ha benedetto nei
secoli inquisitori, roghi, dittatori di ogni specie, funerali di
criminali, assassini, mafiosi, camorristi, con carrozze e cavalli,
suicidi, alberi, pietre, elementi naturali. Le Benedizioni di unioni
civili di persone dello stesso sesso, invece, costituiscono per il
Responsum
un atto “illecito”. Quindi è impossibile benedirle. Per la
verità, la formulazione giuridica, erede della tradizionale
semantica magisteriale, è più sottile: il parere conclude che la
Chiesa “non ha il potere di disporre” della benedizione. Stiamo
ovviamente, parlando del caso in cui questa benedizione venga
richiesta, espressamente, dalle persone omosessuali che, credendo
ovviamente nel valore della protezione divina e nel cammino di fede,
intendono unirsi stabilmente su una base affettiva solida. Vediamo,
nel dettaglio, il percorso argomentativo con il quale si è giunti
all'apodittica risoluzione consultiva.
Viene
citato, anzitutto, il Catechismo ufficiale (n. 1670) che nel
contesto definitorio della Benedizione precisa che essa «chiama gli
uomini a lodare Dio, li invita a chiedere la sua protezione, li
esorta a meritare, con la santità della vita, la sua misericordia»
Più ampio di così, incondizionatamente, non si può esprimere. Si
indica poi che le benedizioni, inoltre, sono «istituite in certo
qual modo a imitazione dei sacramenti, si riportano sempre e
principalmente a effetti spirituali, che ottengono per impetrazione
della Chiesa». Il primo passaggio logico ostativo è che si
interpreta quel termine, “uomini” come “relazioni”, per cui
occorrerebbe che “ciò che viene benedetto sia oggettivamente e
positivamente ordinato a ricevere e ad esprimere la grazia, in
funzione dei disegni di Dio iscritti nella Creazione e pienamente
rivelati da Cristo Signore”. Quindi, solo le “realtà ordinate”
(quelle, si capisce, ritenute conformi ai disegni divini dal
Magistero), a servire i disegni di Dio possono essere destinatarie
della Benedizione. Si prosegue indicando che “per tale motivo, non
è lecito impartire una benedizione a relazioni, o a partenariati
anche stabili, che implicano una prassi sessuale fuori dal
matrimonio (vale a dire, fuori dell’unione indissolubile di un
uomo e una donna aperta di per sé alla trasmissione della vita),
come è il caso delle unioni fra persone dello stesso sesso”.
Con
lo stesso iter logico, le coppie sterili non prevedono una apertura
per sé alla trasmissione della vita, anzi la escludono sul piano
biologico ed a priori. Ma proseguiamo. Le unioni civili sarebbero
“in relazione con i sacramenti” e per ciò solo illecite. Il
disegno di Dio è valido solo per il matrimonio e la famiglia intesa
in senso tradizionale. Per cui, la fattispecie illecita è
interpretata come “contraria” al disegno di Dio. Con la stessa
ricostruzione ermeneutica, si sono torturati, bolliti e bruciati gli
omosessuali sui roghi per cinquecento anni. Nessuno si pone la
domanda “Ma non è che anche questo tipo di affettività stabili
sono una manifestazione del disegno di Dio, per sé imperscrutabile,
una forma per quanto minoritaria ma sincera e di vero amore, un modo
per dare ordine e armonia a vite spesso discriminate, offese,
dileggiate anche a causa dello stigma cattolico ultrasecolare cui
sono state sottoposte, nonostante la presenza massiccia (alcuni
testi recenti parlano di 65 – 70 per cento) di sacerdoti cattolici
omosessuali, spesso protagonisti delle cronache (basta inserire la
voce “pretigay” sui motori di ricerca) per episodi
inconcepibili, violenze su ragazzi talvolta minori, costumi viziosi
di frequentazione di prostituti, distrazione di fondi, imbarazzanti
scoperte in saune, cinema, ed altri teatri erotici ben meno
commendevoli rispetto ad un sereno affetto stabile?
Ulteriore
argomento di chiusura è la cosiddetta “ermeneutica analogica”:
queste unioni costituiscono (“in certo qual modo”, precisa il
testo) una “imitazione o un rimando di analogia con la benedizione
nuziale”. Era probabilmente un rimando, allora, anche quello della
nota vicenda evangelica del centurione (cfr. Matteo
8:5-13) in
cui siamo con evidenza di fronte ad una unione “scandalosa” (il
termine greco, “pais”, è lo stesso utilizzato per definite
l'amante giovane di un maschio adulto: di qui, peraltro,
l'espressione “paiderastes”). Il centurione chiede a Gesù di
guarire il ragazzo malato, ma precisa che non è il caso che il
Salvatore si rechi di persona nella sua casa (difficile interpretare
tale espressione se non con l'evidente imbarazzo del militare
romano). Cosa fa Gesù? Lo guarisce. Senza alcuna condizione o
premessa teologica, incondizionatamente e gratuitamente. Per la
Benedizione non dovrebbe valere un principio analogo? Benedire
significa forse approvare, nel merito, ed elevare a modello quella
relazione? O non, semplicemente, formulare un augurio ed un auspicio
di protezione divina, di crescita nella fede, magari anche di
riflessione e di ponderazione, ma in cui prevale l'Amore, spirito
vero ed essenza primaria del Vangelo? In ogni caso, e senza
condizioni. Meno che mai con dichiarazioni di “illiceità”.
Si
è pensato alle conseguenze di un rifiuto “ufficializzato”, a
chi lo richiede cristianamente ed in buona fede, seppure per una
unione che non è quella idealmente ritenuta perfetta dal Magistero,
del matrimonio tra uomo e donna, ma è realizzata tra due esseri
umani, nella loro fragilità e nella loro fede e ricerca di Dio?
Significa, con effetti psicologici devastanti di cui ci si assume la
responsabilità, respingere per loro l'aiuto e la parola di Dio.
Siete nel peccato mortale, la sanzione escatologica è infernale.
Nella sostanza, i Pastori cattolici romani devono accogliere con
rispetto e delicatezza gli omosessuali, benedirli eccezionalmente ma
solo “uti
singuli”,
ma questi non possono decidere, con sanzione di “illiceità” e
divieto di benedizione, di vivere assieme, volersi bene, dare ordine
e normalità alla loro esistenza e fornirsi aiuto reciproco, nella
gioventù e nella vecchiaia. Come è acquisizione ormai evidente
alla coscienza sociale, salvo esecrabili sacche di sottocultura,
ignoranza o discriminazione. Ciò appare del tutto disumano, specie
se posto il relazione alla contraddittorietà di certi comportamenti
recenti della Chiesa, che percepisce miliardi dallo Stato e
finanzia, con somme enormi, produzioni artistiche di noti artisti
gay sposati da anni, che perciò la umiliano e deridono sui media, o
che con un continuo “tira e molla” di aperture e chiusure come i
DPCM sulla pandemia, alterna spiragli di comprensione (“Chi sono
io per giudicare gli omosessuali che cercano Dio?”) a frasi
apodittiche come “la benedizione manifesterebbe l’intenzione non
di affidare alla protezione e all’aiuto di Dio alcune singole
persone, nel senso di cui sopra, ma di approvare e incoraggiare una
scelta ed una prassi di vita che non possono essere riconosciute
come oggettivamente ordinate ai disegni rivelati di Dio”. Come se
si conoscesse, e si potesse conoscere, senza precomprensioni
inconsce e poco neutre, in una comunità fortemente caratterizzata
dalla presenza massiccia di membri ad orientamento omosessuale o
bisessuale, il reale contenuto dei “disegni rivelati da Dio”.
Sarebbe forse più prudente, invece che assumere scelte offensive e
disumanizzanti, far prevalere l'Amore, in ogni caso, sul rifiuto. Un
rifiuto, per quanto giustificato da sottigliezze
giuridico-canonistiche, fragili appigli ermeneutici e pretese di
conoscenza della volontà imperscrutabile di Dio, è molto peggio,
sul piano teologico, ma anche antropologico e psicologico, di un
gesto definitivo e totale di Amore. Perchè l'essenza è nell'Amore,
non è mai nel rifiuto. Neppure se sottilmente giustificato. C'era
bisogno, con tutti i problemi della secolarizzazione, del
relativismo dilagante e della scristianizzazione, di questa
ulteriore ferita spirituale, psicologica e psicosociale per milioni
di fratelli?
La
Chiesa
Ortodossa Italiana, pertanto, continuerà la propria prassi di
Benedizione, per i fedeli cristiani che ne fanno espressa e sincera
richiesta,
delle unioni affettive stabili, senza che ciò implichi alcuna
valutazione esplicita od implicita di tale relazione dei contenuti
di tali relazioni come modello da imitare, ma neppure da condannare
con toni offensivi, ritenendo che questi nostri fratelli rimangano e
crescano frugiferenti nella Chiesa e ne costituiscano un differente,
ma prezioso e speciale arricchimento. Che fa parte, anche esso, del
Disegno divino che tutto ha creato così com'è, tutto sa, tutto ha
previsto e voluto. E tutto ama. E sicuramente, senza ombra di
dubbio, della lettera e dello spirito evangelico. E pensiamo e
riteniamo che in Paradiso possa esserci, con molta maggiore
probabilità, il centurione del Vangelo di Matteo piuttosto che
tanti ipocriti, farisei e sepolcri imbiancati. O moralisti che di
giorno condannano e la sera volano nelle chat omoerotiche, come ci
confermano i media ogni giorno. Ciò nonostante, invitiamo con
sincera volontà di dialogo e spirito costruttivo i fratelli della
tradizione romana, specialmente coloro che vivono con dolore
contraddizioni personali e sensibilità su questi temi, a ripensare
e rivedere con contrizione e discernimento queste erronee posizioni
che provocano dolore, difficoltà umane e psicologiche specie nei
soggetti più giovani, ed ulteriore colpevolizzazione e
stigmatizzazione sociale. Quanto meno perchè, dopo averli bruciati
per mezzo millennio con lo stesso stilema ermeneutico della
convinzione della verità di una asserita “contrarietà ai disegni
divini”, questi nostri fratelli, specie da noi Pastori,
meriterebbero per il Mistero inscrutabile della loro condizione
umana e naturale un ben diverso, più nobile ed accogliente
risarcimento. Fatto di tenerezza e di aiuto nella fede. Gesù, al
centurione, non chiede patenti di conformità ai disegni divini.
Guarisce. E basta. La medicina dell'anima è nell'Amore. Non nel
rifiuto.
p.s. nella foto, benedizione di due fedeli Katia e Francesca, secondo l'antico benedizionale ortodosso dell'adelphopoiesis (affratellamento), effettuato a Roma dal vescovo Filippo, assistito da padre Antonio e dalla diaconessa Gabriela. La cerimonia di affratellamento spirituale tra membri dello stesso sesso è in uso nelle chiese ortodosse orientali fin dai primi secoli della cristianità e non è stata mai formalmente abrogata. Anche nella Chiesa latina d'occidente, era in uso un rituale analogo, del quale ci sono tracce fino al XII secolo in Slovenia e Croazia, denominato Ordo ad frates faciendum. Nelle Chiese ortodosse di tradizione slava si usano i termini pobratimstwo (affratellamento) e posestrinstwo (assorellamento) per le coppie omo-affettive maschili o femminili. Santi protettori delle coppie omo-affettive sono Sergio e Bacco, due soldati romani morti durante la persecuzione di Diocleziano e che furono dichiarati protettori dell'esercito imperiale romano (impropriamente definito bizantino)
I santi e gloriosi martiri Sergio e Bacco, legionari romani
Lezione tenuta dal prof. Massimo Giusio, teologo e Preside del Dipartimento Storico-Religioso dell'Università Ortodossa San Giovanni Crisostomo e dal prof. Tudor Pectu, del Dipartimento Filosofia delle Religioni dell'Università di Bucarest.
Massimo Giusio:
- La Scolastica e Tommaso D'Aquino
- Vita, opere e pensiero
- L'esistenza di Dio in "Cinque Vie"
- Le critiche fino al Novecento (Kenny, Geach, ecc.).
Tudor Petcu:
- Fede e ragione in Tommaso d'Aquino e nella storia della spiritualità ortodossa,
- Gregorio Palamas
- Analogie e differenze tra Occidente e cristianesimo orientale sul tema fede
- ragione.
Per maggiori informazioni: unisangiov.crisostomo@gmail.com
La salute dell'anima favorisce la salute del corpo e aiuta a superare gli effetti della pandemia
La chiusura altalenante di palestre e chiese ha un effetto devastante per la salute fisica e spirituale della popolazione. La salute fisica e spirituale sono intrinsecamente connesse e la religione, come dimostra il fatto che epoca immemorabile la figura del sacerdote e del medico spesso coincidevano, e di questo ne è prova, ancora oggi, della persistenza di guaritori-sciamani in diverse aree tribali dell’Africa, delle Americhe, dell’Asia e dell’Oceania. La cura della salute non soltanto fisica, ma anche spirituale è riconosciuta anche dal nostro Ordinamento statuale che prevede la presenza di cappelle negli Ospedali, perché l’assistenza religiosa e la preghiera sono utili anche a superare i momenti di sconforto e di dolore, dare serenità all’anima e aiutare a superare la malattia. Ci sono malattie poi, come la depressione, dove l’assistenza spirituale ha spesso effetti più benefici delle cure mediche, come è anche vero che chi crede ha maggiori possibilità di guarigione rispetto ai non credenti. Che la religione ha un effetto benefico sulla salute è un dato scientifico incontrovertibile, infatti secondo una ricerca della della Harvard School of Public Health che hanno pubblicato un’analisi del loro grande studio prospettico su 74.543 infermiere americane circa la relazione tra la frequentazione di funzioni religiose e la mortalità, ha certificato che le possibilità di contrarre malattie, anche mortali, sono tra i credenti, molto minori rispetto a coloro che non credono. Storicamente poi l’assistenza psicologica alle famiglie, come anche ai malati, è stata storicamente appannaggio dei sacerdoti, e non è detto che quella religiosa sia meno efficiente di quella offerta dagli psicologi. Sul quotidiano online d’informazione sanitaria www.quotidianosanità.it del 20 maggio 2016 viene riportata una dichiarazione del dott. Franco Berrino, epidemiologo dell’Istituto Tumori di Milano per il quale: “è ragionevole ipotizzare che la preghiera, agisca riducendo uno dei principali fattori di rischio delle malattie croniche, lo stato infiammatorio cronico”.Chiudere o limitare luoghi di culto o assistenza religiosa non aiuta certamente la popolazione a superare l’impatto che la pandemia ha non soltanto sull’economia ma anche sulla salute psico-fisica delle persone. Il cristianesimo poi è non soltanto la religione della salvezza delle anime ma anche della salute e, come ci ricorda il Vangelo, Gesù ha integrato la sua predicazione effettuando guarigioni miracolose e dando speranza all’umanità del superamento della morte attraverso la sua risurrezione. Oggi vari studi scientifici, effettuati soprattutto in America, riconoscono l’importanza medica del cristianesimo quale religione della salute dell’anima e del corpo, e che la cura sacerdotale ha un effetto benefico perché sviluppando emozioni positive, ha effetti sull’umore, favorisce l’ottimismo indispensabile per superare le malattie, offre una prospettiva di speranza, ha effetti anche sulla longevità, il miglioramento dell’aspettativa di vita e la qualità della vita. Oggi ad esempio sta crescendo la psicologia della religione, che studia il comportamento umano in rapporto con il trascendente, critica la psicologia freudiana e sostiene che “numerose nevrosi sono principalmente legate al fatto che i bisogni religiosi dell’anima non sono più presi sul serio dalla psicologia”. Le neuroscienze spirituali, la neuroteologia, la teobiologia, la teologia del corpo ecc., come ancheaccertato da numerose ricerche accademiche,sostengono che le pratiche religiose, la preghiera, la meditazioneortodossa quale l’esicasmo o preghiera del cuore, sono una risorsa utile a far fronte a situazioni di sofferenza, stress e problemi di vita che interferiscono con la salute fisica e mentale. Alla luce di ciò bloccare o limitare l’assistenza religiosa alla popolazione danneggia le difese immunitarie e favorisce, non ostacola, l’incidenza della pandemia sulla società. Il cristianesimo poi, da sempre, è una religione medicinale che ha supportato la medicina anche attraverso preghiere e riti di guarigione che, da secoli, ha aiutato il nostro popolo a superare attraverso la cura della salute spirituale anche anche gli aspetti più tragici delle epidemie che hanno colpito ciclicamente l’umanità.
Filippo Ortenzi
arcivescovo metropolita della Chiesa Ortodossa Italiana
Salute e Covid-19
La salute dell'anima favorisce la salute del corpo e aiuta a superare gli effetti della pandemia