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martedì 6 agosto 2019

6 agosto - Festa della Trasfigurazione di Cristo

6 agosto - Festa della Trasfigurazione di Cristo

Matteo 17:1-8

1 Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2 E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3 Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 4 Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: «Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». 5 Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo». 6 All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7 Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: «Alzatevi e non temete». 8 Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo.

Marco 9:2-9


2 Dopo sei giorni, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro 3 e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. 4 E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù. 5 Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!». 6 Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. 7 Poi si formò una nube che li avvolse nell'ombra e uscì una voce dalla nube: «Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!». 8 E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro.
9 Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti.


Luca 9,28-36

La trasfigurazione
28 Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo, e salì sul monte a pregare. 29 Mentre pregava, l'aspetto del suo volto fu mutato e la sua veste divenne di un candore sfolgorante. 30 Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, 31 i quali, apparsi in gloria, parlavano della sua dipartita che stava per compiersi in Gerusalemme. 32 Pietro e quelli che erano con lui erano oppressi dal sonno; e, quando si furono svegliati, videro la sua gloria e i due uomini che erano con lui. 33 Come questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bene che stiamo qui; facciamo tre tende: una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. 34 Mentre parlava così, venne una nuvola che li avvolse; e i discepoli temettero quando quelli entrarono nella nuvola. 35 E una voce venne dalla nuvola, dicendo: «Questi è mio Figlio, colui che io ho scelto: ascoltatelo». 36 Mentre la voce parlava, Gesù si trovò solo. Ed essi tacquero e in quei giorni non riferirono nulla a nessuno di quello che avevano visto.


Apocalisse 1:13-18

13 e, in mezzo ai sette candelabri, uno simile a un figlio d'uomo, vestito con una veste lunga fino ai piedi e cinto di una cintura d'oro all'altezza del petto. 14 Il suo capo e i suoi capelli erano bianchi come lana candida, come neve; i suoi occhi erano come fiamma di fuoco; 15 i suoi piedi erano simili a bronzo incandescente, arroventato in una fornace, e la sua voce era come il fragore di grandi acque. 16 Nella sua mano destra teneva sette stelle; dalla sua bocca usciva una spada a due tagli, affilata, e il suo volto era come il sole quando risplende in tutta la sua forza.

17 Quando lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli pose la sua mano destra su di me, dicendo: «Non temere, io sono il primo e l'ultimo, 18 e il vivente. Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli, e tengo le chiavi della morte e dell'Ades.


2 Pietro 1:16-19 

La parola profetica

16 Infatti, non per essere andati dietro a favole artificiosamente inventate vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. 17 Egli ricevette infatti onore e gloria da Dio Padre quando dalla maestosa gloria gli fu rivolta questa voce: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto». 18 Questa voce noi l'abbiamo udita scendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte. 19 E così abbiamo conferma migliore della parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l'attenzione, come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori.

La Trasfigurazione di Cristo è una delle grandi feste dell'Ecumene Ortodosso e ricorda Gesù che, insieme agli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni sale sul Monte Tabor dove gli apparvero i profeti Elia e Mosè e fu trasfigurato da una luce immensa lasciando allibiti e spaventati i discepoli. Questo evento mostra la divinità di Cristo, così che dopo la sua Ascensione i discepoli avrebbero capito che era veramente lo splendore radioso del Padre  e che la sua Passione era volontaria come si evince dal brano di Marco  (9: 2-9) sopra riportato.
Questo evento è stato oggetto di alcuni dibattiti tra San Gregorio Palamas e il vescovo cattolico calabrese BarlaamBarlaam credeva che la luce che splendeva da Gesù fosse  luce creata, mentre Gregorio sosteneva che ai discepoli fosse data la grazia  di percepire la luce non creata di DioCiò sosteneva l'argomentazione più ampia di Gregorio secondo cui, sebbene non possiamo conoscere Dio nella sua essenza , possiamo conoscerlo nelle sue energie , come si rivela. (Orthoxviki)

INNI

Troparion
Sei stato trasfigurato sul Monte, o Cristo Dio,
Rivelare la tua gloria ai tuoi discepoli per quanto potevano sopportarla.
Lascia che la tua luce eterna risplenda su di noi peccatori!
Attraverso le preghiere del Theotokos, o Donatore di Luce, gloria a Te!
Kontakion
Sulla montagna eri trasfigurato, o Cristo Dio,
E i tuoi discepoli videro la tua gloria per quanto potevano vederla;
In modo che quando ti avrebbero visto crocifisso,
Capiranno che la tua sofferenza è stata volontaria,
E proclamerebbe al mondo,
Che sei veramente lo splendore del Padre!

giovedì 1 agosto 2019

492 anni fa saliva al trono di Costantinopoli-Nuova Roma l'imperatore San Giustiniano I il Grande

492 anni fa  saliva al trono di Costantinopoli-Nuova Roma l'imperatore San Giustiniano I il Grande
Santi Giustiniano e Teodora - mosaico basilica di Ravenna

Il 1 agosto 527 salì al trono di Costantinopoli-Nuova Roma l'imperatore romano Giustiniano I  (Flavius Petrus Sabbatius Iustinianus) nato 45 anni prima a Tauresio in Darcalia (i darcani erano una tribù illirico-albanese stanziata nei territori del Kossovo e di parte della Macedonia del Nord) . Giustiniano, fautore della Restauratio Imperi  cercò di riportare l'unità nell'Impero riconquistando , grazie ai valorosi generali Belisario e Narsete, territori occidentali occupati dai barbari (dai vandali in Africa, dai visigoti in Spagna e dagli ostrogoti in Italia).
L'impero Romano ai tempi di Giustiniano

Oltre che per l'attività militare atta a riunificare tutti i territori dell'Impero Romano, l'azione di Giustiniano I Il Grande è stata determinante per porre quelle basi del diritto civile che sono alle radici della nostra civiltà cristiana ed occidentale. A lui si deve la redazione del Codex , del Corpus Iuris Civiliis, delle Istitutiones e delle Novallae constitutiones che sono le fondamenta anche della giurisprudenza moderna. 

Fervente cristiano mandò missionari a convertire popolazioni barbare, come gli Eruli, gli Unni del Don. gli Abasgi, i Tzani. Mandò missionari tra le tribù arabe dei Nabatei e tra le popolazioni dell'attuale Yemen. A lui si deve la costruzione della Basilica di Santa Sofia (Agia Sophia) che è stata per secoli la sede del Patriarcato Ortodosso di Costantinopoli (nel 1453 dopo la caduta di Costantinopoli fu trasformata in moschea e da Kemal Ataturk in un museo di Istambul). Durante il suo Regno cercò di sradicare  le religioni non cristiane dai territori dell'Impero (giudaismo, samaritanismo, paganesimo, manicheismo ...) e di combattere le eresie che stavano minando l'unità religiosa della Cristianità, principaalmente il monofisismo. Intervenne anche in campo religioso con Editti sulle eterodossie e di scomunica contro quei vescovi, come Antimo di Costantinopoli e Severo di Antiochia che avevano aderito all'eresia monofisita (dal greco  monos unica e physis natura). Per la sua difesa dell'Ortodossia e contro il dilagare delle eresie è stato, unitamente all'imperatrice Teodora, sua consorte, glorificato come Santo dalla Chiesa Ortodossa. Contro i monofisiti indisse il II Concilio Ecumenico di Costantinopoli dove furono condannate dette false dottrine delle quali era il massimo teologo l'archimandrita greco Eutiche. Di Giustiniano parla anche Dante nella Divina Commedia dove lo pone, giustamente, in Paradiso.
Filippo Ortenzi
vescovo del Lazio, della Tuscia e delle Terre di Roma

P.S.
Le dottrine monofisite non hanno, storicamente, mai atticchito in Italia, salvo che nel gennaio di quest'anno, su imput del Capo della Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala mons. Antonio Parisi (nome religioso Cosma) e del Primate della stessa prof. Alessandro Meluzzi, detta Chiesa ha firmato una intercomunione col Patriarcato europeo della Chiesa Etiope Tawahedo (in lingua geez: di una sola natura)
firma di intercomunione tra la Chiesa di Meluzzi e quella Tawahedo etiope

Le Chiese che accettano l'eresia monofisita (talvolta detta miafisita) sono quella copta d'Egitto, quella Tawaedo d'Etiopia ed Eritrea e quella siro-giacobita e la loro comunione è detta della Chiese Antico-Orientali.
Al fine di confiutare ogni dubbio sulla scelta cristologica dei parisiani, gli stessi hanno modificato il logo della Chiesa aggiungendo Antico Orientale a quello di Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala, nonchè quello della Chiesa Copta il cui Papa nonché Patriarca di Alessandria d'Egitto ne è la massima autorità a livello mondiale.

giovedì 25 luglio 2019

25 luglio 325 - si conclude il Concilio di Nicea

25 luglio 325 - si conclude il Concilio di Nicea

Il 25 luglio 325 si concluse il Concilio Ecumenico di Nicea, primo Concilio (dopo quello Apostolico di Gerusalemme) della Cristianità. Fu indetto e presieduto da Costantino il Grande, isapostolo ed imperatore romano. Il Concilio definì la dottrina dell'homoousion (dal greco housia = sostanza - il Dio Figlio stesso in essere e stesso in sostanza con il Dio Padre) essenziale nell'ontologia cristiana sulla natura di Cristo, che viene visto coessenziale al Padre (i latini traducono generalmente consustanziale). Alla luce di ciò furono dichiarati eretiche le dottrine degli ariani e dei melanziani che avevano deviato numerosi cristiani dall'ortodossia cristologica soprattutto in Egitto. Tra le altre decisioni conciliari ci fu l'approvazione della formula del Credo (credo niceno). Che ogni Provincia (equivaleva ad una Nazione) avesse un Metropolita. Il divieto per i membri del clero di esercitare l'usura. Parimenti il Concilio di Nicea decise il metodo di calcolo della Pasqua che doveva essere celebrata dalla cristianità nella stessa data. I Santi Padri decisero che la data della Pasqua (calcolata secondo il calendario lunisolare ebraico) cadesse la domenica dopo il primo pleniludio (luna piena) dopo l'equinozio di primavera (generalmente la Pasqua ortodossa cade tra il 4 aprile e l'8 maggio, mentre quella cattolica che ha adottato criteri diversi da quelli stabiliti a Nicea dai Santi Padri cade tra il 22 marzo e il 25 aprile),

Mons. dott Filippo Ortenzi
Rettore Università Ortodossa San Giovanni Crisostomo


Università Ortodossa San Giovanni Crisostomo
via Appia Nuova n. 612 - 00179 Roma
email: unisangiov.crisostomo@gmail.com


1)La Chiesa Ortodossa Italiana ha istituito per la preparazione dei propri chierici,  monaci e per i fedeli che vogliono approfondire la loro cultura religiosa  una Università Teologica denominata: Università  Ortodossa San Giovanni Crisostomo per curare la preparazione accademica nella conoscenza dell’ortodossia antica e contemporanea, con particolari attenzioni alle tradizioni storiche, liturgiche, teologiche, scientifiche, sociali, economiche,  sanitarie, umanistiche  e culturali. 
2) Dall’Università, che potrà avere succursali in tutte le Eparchie ed Esarcati, dipendono le Facoltà di Teologia,  Diritto Canonico, Scientifiche, Sociali,  Sanitarie,  Umanistiche e  d’alta formazione artistica, musicale e coreutica.
3) L’Università è retta da Statuti.
5) La nomina del Rettore e del Segretario Generale dell’Università   ha validità novennale ed è rinnovabile.
6) Il Rettore ed il Segretario Generale dell’Università provvederanno alle nomine ed alla strutturazione di ogni Facoltà e relative succursali.
7) L’Università per le attività statutarie potrà aprire un conto corrente ed editare materiale didattico specifico.

mercoledì 24 luglio 2019

San Fantino il Taumaturgo, detto il Cavallaro

San Fantino il Taumaturgo, detto il Cavallaro
Il 24 luglio si festeggia San Fantino il Vecchio, detto Il Taumaturgo. Santo ortodosso calabrese di Taureanum (Taureana di Palmi - RC). Dedito alla preghiera e alla carità a lui vengono attribuiti ricordano numerosi miracoli. E' noto anche come "il Cavallaro" perche di mestiere faceva il guardiano di cavalli. Di etnia greco-calabra è considerato il più antico santo della Calabria. La sua cripta è stata riscoperta nella seconda metà del XX secolo ed è un luogo d'incontro tra le comunità cattoliche ed ortodosse calabre. Nel giorno della sua festa è uso benedire cavalli e cavalieri. Nella foto il vescovo Filippo delle Terre di Roma e Padre Antonio Berardo di Rieti mentre procedono alla benedizione dei cavalli presso il Circolo Ippico Conte Manin di Montegiorgio (FM).

sabato 20 luglio 2019

Parabola del Buon Samaritano

Parabola del Buon Samaritano
Una delle Parabole più note del Vangelo secondo Luca (Luca 10,25-37) è la Parabola del Buon Samaritano, una parabola che in se racchiude buona parte della dottrina cristiana della salvezza. L'autore è San Luca (Loukas) un medico siro di religione pagana di Antiochia dei Siri (1) convertito al cristianesimo dall'apostolo Paolo di Tarso (2). Persona colta e dal greco fluente San Luca, oltre al Vangelo a cui ha dato il nome è ricordato anche come autore degli Atti degli Apostoli.
Sotto riportiamo il testo della Parabola:

Il buon Samaritano

25 Ed ecco, un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova, dicendo: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?» 26 Gesù gli disse: «Nella legge che cosa sta scritto? Come leggi?» 27 Egli rispose: «Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso». 28 Gesù gli disse: «Hai risposto esattamente; fa' questo, e vivrai». 29 Ma egli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?» 30 Gesù rispose: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, e s'imbatté nei briganti che lo spogliarono, lo ferirono e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31 Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada, ma quando lo vide, passò oltre dal lato opposto. 32 Così pure un Levita, giunto in quel luogo, lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. 33 Ma un Samaritano, che era in viaggio, giunse presso di lui e, vedendolo, ne ebbe pietà; 34 avvicinatosi, fasciò le sue piaghe versandovi sopra olio e vino, poi lo mise sulla propria cavalcatura, lo condusse a una locanda e si prese cura di lui. 35 Il giorno dopo, presi due denari, li diede all'oste e gli disse: "Prenditi cura di lui; e tutto ciò che spenderai di più, te lo rimborserò al mio ritorno". 36 Quale di questi tre ti pare essere stato il prossimo di colui che s'imbatté nei ladroni?» 37 Quegli rispose: «Colui che gli usò misericordia». Gesù gli disse: «Va', e fa' anche tu la stessa cosa». (3)

Un rabbino (dottore della legge ebraica)per mettere in difficoltà Gesù gli domanda quale è la via della salvezza eterna. Alla domanda di Gesù su cosa prescriva la legge, diligentemente risponde citando il Deuteronomio 6,5 "Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze." e il Levitico 19,18 "amerai il prossimo tuo come te stesso" ma poi fece la domanda trabocchetto: «E chi è il mio prossimo?». La domanda, apparentemente semplice in realtà era insidiosa. Per gli ebrei, come anche si legge in qualsiasi Vocabolario della lingua italiana significa vicino (4), per gli ebrei poteva essere esteso agli altri ebrei o, al più, ai non ebrei che vivevano tra di loro. Il prossimo per alcune sette ebraiche non riguardava asolutamente i non ebrei, tanto che alcuni gruppi estremisti come gli Zeloti (5) ed i Sicari (6) non esitavano ad assassinare i pagani. o gli ebrei ritenuti collaborazionisti col potere straniero (es. i sadducei o gli erodiani) che vivevano nel loro territorio. Anche in libri biblici come, ad es. i Maccabei non vi è traccia di una estensione erga omnes di detto termine. Gesù rispone raccontando la parabola,  o storiella esemplificativa, di un giudeo aggredito e spogliato dai briganti che giaceva ferito ai bordi di una strada. Orbene due autorevoli esponenti della nomenclatura religiosa ebraica, un Sacerdote (7) e, successivamente un Levita (8) lo videro, fecero finta di niente e, passarono sull'altro lato della strada per non soccorrerlo (si fecero, come si suol dire "gli affari loro" cosa che oggi in questa civiltà materialista e scristianizzata sembra quasi una cosa lodevole). All'esempio negativo di esponenti del clero ebraico verso un loro correligionario, pure considerato prossimo dalla mentalità ebraica, Gesù pone un esempio positivo, prendendo come pietra di paragone un membro di uno dei gruppi religiosi più odiati e disprezzati dagli ebrei ortodossi: un samaritano (9), cioè il seguace di una religione abramitica considerata eretica ed impura dagli altri ebrei. Al dottore della legge, probabilmente fariseo (i sadducei non credevano nella resurrezione e nell'immortalità dell'anima) Gesù ritorna sul concetto più volte espresso dell'ipocrizia di una religione vissuta come mera osservanza dei precetti (Matteo 23,13: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci") e non come amore per Dio e per gli altri. In questo comportamento amorevole verso l'altro è l'essenza stessa del cristianesimo, che non predica odio verso  chi non accetta la propria verità, come ad esempio, stravolgendo il messaggio cristiano ha fatto spesso il cattolicesimo (vedi le crociate contro gli Albigesi, i Dolcinisti, i Patarini ecc.,  le Pasque Piemontesi, la Strage degli Ugonotti, la IV Crociata contro gli Ortodossi di Costantinopoli, il Sacro Macello contro gli evangelici della Valtellina, la strage dei valdesi di Guardia Piemontese in Calabria ecc.) od oggi l'Islam, che divide le persone in Credenti e non Credenti o Infedeli, i quali ultimi non devono essere aiutati ma semmai sottomessi o uccisi (10). La Chiesa Ortodossa Italiana fin dalla fondazione ha visto nella Parabola del Buon Samaritano un'esempio da seguire ed un mezzo per essere cristiano. Il 20 giugno 2014 fu fondata la Confederazione delle Confraternite del Buon Samaritano, che secondo l'Art. 5 dello Statuto ha,  quale


(Finalità)



La   Confederazione delle Confraternite del Buon Samaritano non ha scopo di lucro e persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale  nell’ambito della carità cristiana  quali:

a) costituzione, ove possibile, di strutture di volontariato con ambulanza per trasportando ammalati e diversamente abili;

b) costituzione di ambulatori per l’assistenza medico-sanitaria ad ammalati od infortunati;

c) assistenza materiale e spirituale agli ammalati od infortunati nel loro domicilio e nei luoghi di cura;
e) concorrendo con la propria organizzazione ed esperienza a soccorrere le popolazioni colpite da calamità naturali;
f) partecipazione a congressi, seminari, incontri. nazionali ed internazionali nei quali si dibattano problemi inerenti il primo soccorso e la pubblica assistenza;
g) impegnarsi  per la missione di evangelizzazione ed apostolato della Chiesa, manifestando un autentico slancio missionario, con l'intento di  promuovere la diffusione della fede ortodossa italiana.
h) effettuando ogni altro servizio-attività idoneo al raggiungimento degli scopi sociali.

Fini della Confraternita, il cui logo è stato effettuato dal sig. Paolo Roberto Manca di Sassari, che ringraziamo pubblicamente in questo articolo sono, pertanto, quelli di promuovere la carità cristiana nel campo socio sanitario,  il volontariato e la formazione di operatori pastorali di volontari della carità. 

Chi fosse interessato alla Confraternita può scrivere alla seguente email: confraternitabuonsamaritano@gmail.com 
Vi è anche la seguente pagina facebook:  



Mons. Filippo Ortenzi
vescovo del Lazio, della Tuscia e delle Terre di Roma 
della Chiesa Ortodossa Italiana
Rettore dell'Accademia Ortodossa San Nicodemo L'Aghiorita
Presidente della Confederazione delle Confraternite del Buon Samaritano


NOTE


(1) Antiochia dei Siri (oggi Antakia - Turchia)  - è stata per secoli la capitale politica della Siria e uno dei primi centri di diffusione del Cristianesimo (San Pietro è universalmente riconosciuto come il primo vescovo di Antiochia). Nel 1939 la Francia la cedette alla Turchia.
(2) Tarso (oggi Tarsus - Turchia) - nota per aver dato i natali a San Paolo è stata anche la capitale del Regno Armeno di Cilicia.
(3) Il testo è tratto dalla Bibbia Nuova Riveduta, curata dalla Società Biblica di Ginevra  che ha la particolarità di tenersi al passo con le evoluzioni della lingua italiana e con gli ultimi ritrovamenti archeologici (es. grotte di Qumran) (da Vikipedia)
(4) pròssimo agg. e s. m. [dal lat. proxĭmus, superl. di prope «vicino»]. – 1. Molto vicino (nello spazio), che si trova a brevissima distanza. (Vocabolario Treccani)
(5) zeloti, che significa zelanti,  era un gruppo estremista ebraico di derivazione farisaica fondato da Giuda di Gamala e Saddok il Fariseo, uno degli apostoli Simone proveniva da questa setta, tanto che nei vangeli è definito Simone lo Zelota (o anche il Kananite)
(6) Sicari  era un gruppo terrorista ebraico nato da una scissione degli zeloti. Operavano assassinando la gente con una spada corta che portavano sotto il mantello detta sica, da cui il nome.
(7) Sacerdote cohen. Nell'ebraismo il sacerdozio costituiva una casta ereditaria (come qualla dei bramini nell'induismo) riservata ai discendenti della famiglia levita di Aronne, gli unici ai quali era concesso di eseguire il culto ed effettuare sacrifici nel Tempio. Gli ebrei col cognome Cohen sono discendenti degli antichi sacerdoti.
(8) Leviti erano i membri della tribù di Levi, dediti al servizio religioso, anche con canti e suoni, e all'assistenza dei sacerdoti. In termini moderni stavano ai sacerdoti ebraici come i diaconi stanno a quelli cristiani. Gli attiuali ebrei discendenti degli antichi leviti fanno di cognome Levi.
(9) Samaritani (dall'ebraico shomronim - custodi della legge) sono i discendenti di ebrei della tribù di Efraim e Manasse rimaste in Canaan durante l'Esilio Babilonese dei giudei, e mescolatesi con le popolazioni pagane cananee. Il luogo dove erano concentrati era detto Samaria.  Dai Giudei, che si sentivano gli unici autentici ebrei, erano considerati eretici ed etnicamente impuri. Ai tempi di Gesù vi era ancora un forte astio tra le due comunità. Al contrario degli israeliti i samaritani hanno come Monte Sacro non Sion ma il Garizim ed hanno una loro Torah, che secondo alcuni studiosi ha più punti di contatto con la Septuginta ortodossa che quella masoretica. Un tempo numerosi hanno subito, nel corso dei secoli numerose persecuzioni da parte islamica ed oggi sopravvivono ancora in numero limitato (circa 800) tra la Palestina (Nablus)) ed Israele (Holon) venendo visti con antipatia sia dagli ebrei, che li considerano eretici e palestinesi che dai musulmani che li vedono come ebrei.
(10) Infedeli  Il Corano è pieno di Sure (capitoli) che incitano alla lotta ed alla violenza verso gli infedeli. Es: [8;12] "Getterò il terrore nei cuori dei miscredenti: colpiteli tra capo e collo, colpiteli su tutte le falangi" - [9;5] "…uccidete questi associatori ovunque li incontriate, catturateli, assediateli e tendete loro agguati." [2;88]- "Allah ha maledetto i miscredenti" - [2;191] "Uccideteli ovunque li incontriate, e scacciateli da dove vi hanno scacciati:la persecuzione è peggiore dell'omicidio." - [2;193] "Combatteteli finché  il culto sia reso solo ad Allah." - [5;17,51] "O voi che credete! Non abbiate amici tra gli Ebrei ed i Cristiani." - [9;29] "Combattete coloro che non credono in Allah…che non vietano quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo, e siano soggiogati." - [33;64] "In verità Allah ha maledetto i miscredenti ed ha preparato
per loro la Fiamma" ecc. ecc. 

lunedì 15 luglio 2019

15 luglio 1054 Scisma della Chiesa Cattolica dall'Ortodossia

15 luglio 1054 
Scisma della Chiesa Cattolica dall'Ortodossia
Anche se, di fatto i rapporti tra cattolici e ortodossi si erano irrimediabilmente incrinati nel 1204, quando sotto il Pontificato di Innocenzo III la Chiesa d'Occidente antepose le crociate contro altri cristiani a quelle contro l'islam (Crociata contro i catari in Francia, gli albigesi in Italia e gli Ortodossi in Asia Minore e Grecia) ammazzando decine di migliaia di altri cristiani nel nome dell'autorità pietrina (specie in Provenza nella Francia meriodionale) lo scisma tra Oriente e Occidente viene universalmente datato il 15 luglio 1054. In una intervista al periodico cattolico 30 giorni (n. 1 - 2004) il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I pone quale pietra miliare della divisione tra Oriente Ortodosso e Occidente Cattolico il sacco di Costantinopoli-Nuova Roma del 1204, effettuato dalle armate cattoliche della IV Crociata che, almeno in teoria, avrebbero dovuto liberare Gerusalemme e non conquistare Costantinopoli: "Nel 1204 fu saccheggiata in modo inumano e barbaro Costantinopoli, come se fosse una città di infedeli e non di persone della stessa fede cristiana. Fu insediata in essa e in molte altre città una gerarchia ecclesiastica latina, come se quella ortodossa non fosse stata cristiana. Fu proclamato che al di fuori della Chiesa papale non esiste salvezza, cosa che significava che la Chiesa ortodossa non salva. Fu inaugurato e posto in atto sistematicamente un imponente sforzo di latinizzazione di matrice franca della Chiesa ortodossa d’Oriente."  Dopo tale sacco i crociati nominarono imperatore il conte Baldovino IX di Fiandra e Patriarca di Costantinopoli dei Latini il nobile veneziano Tommaso Morosini. Precedentemente anche il Santo Padre teoforo Fozio, Patriarca di Costantinopoli-Nuova Roma (p.s. gli abitanti di Costantinopoli non si sono mai autodefiniti bizantini, bensì romani), confessore e difensore della Fede Ortodossa in Cristo  scrisse una Enciclica contro gli errori dottrinali della Chiesa Latina. Ciò ricordato l'atto ufficiale di reciproca scomunica tra il Papa  Leone IX e il Patriarca di Costantinopoli-Nuova Roma Michele I Cerulario non è che la conseguenza di una divisione che, di fatto, già esisteva da secoli. Va ricordato comunque che la scomunica e, conseguente anatema, nei confronti del vescovo di Roma fu firmata congiuntamente da tutti i Patriarchi dell'Ecumene Ortodossa: Costantinopoli-Nuova Roma, Alessandria d'Egitto, Gerusalemme ed Antiochia dei Siri). 
Motivi dello scisma:
Filoque la processione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figlio, che non ha giustificazioni scritturali, fu introdotta dal clero visigoto e, successivamente adottato da quello Franco e accolto, successivamente, dal Papato per tutta la Chiesa latina d'Occidente, Esso va contro il Credo approvato dal Concilio di Nicea nel 325 e contro quanto normato dal Concilio di Efeso per il quale ogni canone precedentemente approvato può essere modificato unicamente per consenso conciliare.
- Primato d'autorità del Papa. Il Vescovo di Roma e Patriarca dell'Occidente (questo ultimo titolo è stato abrogato da Benedetto XVI) col tempo si è sentito investito di un principio di autorità giurisdizionale in quanto successore di Pietro (in verità San Pietro è dubbio sia stato mai vescovo di Roma, di sicuro lo è stato di Antiochia dei Siri e non è mai stato il capo della cristianità primitiva, come dimostra il Concilio Apostolico di Gerusalemme che fu presieduto da San Giacomo il Giusto, fratello del Signore, come riportato da San Luca negli Atti degli Apostoli). Essendo vescovo della capitale dell'Impero si autoattribuì il titolo di Pontefice  (Pontifex Maximus), titolo pagano che designava la massima autorità religiosa dell'Impero. Al Papa, che si sentiva il successore politico e religioso degli imperatori romani, fu attribuita la qualifica di Capo del Mondo"Caput totius orbis"  con il conseguente diritto divino sul governo delle cose sia di Cesare che di Dio. La Chiesa Cattolica così sostituiva la figura di Cristo quale Capo e pietra angolare della Chiesa con quella di Pietro e dei suoi successori, i Papi, ai quali, al pari di Cristo che regna in Cielo, viene riconosciuto il diritto di governare la terra con potere assoluto su tutte le persone e le istituzioni cristiane. Inoltre, con sommo sdegno de parte dell'ortodossia, fin dall'VIII secolo il Papa si attribuiva il titolo di Vicario di Dio (Cristo) in terra, posizione questa che ha portato nel 1870 al dogna dell'infallibilità del Papa, che oltre a causare lo scisma dei Vetero-Cattolici ha posto una pietra insormontabile ad ogni eventuale riunione tra le Chiese Ortodosse e quella Cattolica.
Pane azzimo nell'Eucarestia. Mentre la Chiesa ortodossa ha sempre mantenuto il sacramento dell'eucarestia nelle due forme del pane e del vino, la Chiesa Cattolica, col tempo, in contrasto con la tradizione della Chiesa delle origini, ha sostituito l'ostia  (pane azzimo) al pane, mentre il vino è stato riservato unicamente ai membri del clero. Per gli ortodossi si viola i precetti evangelici (Mt 26,26-29 - Lu 22,19-20 - 1Co 11,23-25) e togliere il lievito al pane è come togliergli l'anima.
Matrimonio del clero. Sebbene gli Apostoli fossero quasi tutti sposati (ad eccezione di Andrea fratello di Pietro e Giuda Iscariota, colui che lo ha tradito - Giovanni Evangelista detto il Teologo non era sposato alla morte di Gesù ma si sposò in seguito) la Chiesa Cattolica col tempo ha imposto il celibato ai sacerdoti (va ricordato che nell'antichità anche i Papi si sposavano, vedi Papa Ormisda che ebbe un figlio che salì al trono pontificio col nome di Papa Silverio). 
- Sacramento della Confermazione. Mentre nell'Ortodossia la crismazione può essere effettuata dai sacerdoti, nella Chiesa Cattolica questo privilegio è stato  concesso unicamente ai vescovi.


A queste differenze che decretarono la rottura tra l'Ortodossia,  fondata su una struttura democratica, rimasta fedele ai dettati della Chiesa primitiva e basata sulla collegialità e sulla sinodalità e la Cattolicità fondata sulla monarchia assoluta di un Capo visto come una specie di semidivinità (Vicario di Dio in terra) vanno aggiunte altre  differenze dogmatiche quali:
Purgatorio della cui esistenza non vi sono tracce nelle Sacre Scritture sia neo che vetero-testamentarie.
Indulgenze potere della Chiesa di sostituirsi a Dio nella possibilità di scontare pene nell'aldilà e anche essa senza giustificazioni bibliche (causa prima  dello scisma protestante)
Estrema Unzione, l'Unzione degli Infermi, della quale parlano sia gli apostoli: Mc 6,12-13; Mc 16,17-18; Mt 10,8 che San Giacomo nella sua Epistola: 1,14-16) data ai malati sia fisici che spirituali, col tempo la Chiesa Cattolica (XI secolo) lo ha ridotto ad Estema Unzione, data soltanto in punto di morte.
Matrimonio, la Chiesa Cattolica interpreta le parole di Gesù  riportate da MT 19:3-9 "Ma io vi dico che chiunque manda via sua moglie, quando non sia per motivo di fornicazione, e ne sposa un’altra, commette adulterio»”come indissulubilità, mentre la Chiesa ortodossa valuta diversamente quanto ho riportato in neretto ed ammette anche le seconde e terze nozze ("finché morte non ci separi" riferita alla sposa maltrattata e picchiata quotidianamente da un marito violento significa che deve rimanergli accando finché non venga uccisa? Non credo abbia senso o sia veramante cristiano)
Immacolata Concezione Assunzione di Maria. Sono due dogmi che non hanno riscontri biblici, evangelici e patristici e che l'Ortodossia, pur devota alla Theotokos, la Tutta Santa e Vergine Maria, madre di Dio non riconosce.
dott. Filippo Ortenzi
Rettore dell'Università Ortodossa
San Giovanni Crisostomo
email: unisangiov.crisostomo@gmail.com

sabato 16 febbraio 2019

Canone 34 dei Canoni Apostolici Principio di Primizialità e Sinodalità della Chiesa

Canone 34 dei Canoni Apostolici
Principio di Primizialità e Sinodalità della Chiesa


«I vescovi di ciascuna nazione [ethnos] scalgano tra loro un Primate [protos],  e non agiscano senza il suo parere, e ciascuno operi solo in merito a cose riguardanti la propria circoscrizione e i territori che ne dipendono; ma neppure quello [il Primate] faccia qualcosa, senza il parere di tutti: così ci sarà concordia e sarà glorificato Dio, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo».

 I Canoni Apostolici codificano la disciplina ecclesiastica utilizzata prima del Concilio di Nicea del 325 d.C. ed è fondamentale per comprendere i criteri fondamentali dell'Ortodossia. Il Canone 34  in particolare, confermato nella sua essenza  da tutti i Concili Ecumenici pone in evidenza il criterio fondativo di tutte le Chiese Ortodosse, che si fondano su base nazionale od etnica e che vedono quale principio basilare quello della primizialità e della sinodalità della Chiesa, dove il Patriarca o Metropolita (Primate) non è un monarca assoluto ma un "primus inter pares" (primo tra pari), ossia che esercita funzioni di preminenza tra persone di pari dignità (vescovi) o posizione gerarchica.
Per il prof. Dimitri Salachas: "Esso coniuga  due principi. Il primo è che in ogni regione ci deve essere un solo protos, o capo (istituzione di primazialità e di unità). Il secondo è che il protos non può agire senza i molti (istituzione di sinodalità). Non esiste nessun ministero o istituzione di unità che non sia espresso sotto forma di comunione. La concezione orientale della Chiesa richiede un’istituzione che esprima l’unicità della Chiesa, e non solo la sua molteplicità. Ma la molteplicità non può essere assorbita dalla primazialità del protos. Il ministero insostituibile del protos non può sostituire il ministero dei “molti”, cioè dei pastori delle Chiese locali. A livello, perciò, della provincia (metropoli) o, in modo più ampio, della Chiesa patriarcale, c’è un centro di unità – il metropolita, il patriarca. L’uguaglianza reale di tutti i vescovi si esprime attorno a un centro di unità reale. Il riferimento a tale centro di unità è vincolante. Ma come gli altri vescovi della provincia o del Patriarcato non devono prendere decisioni che abbiano effetti fuori dalla propria circoscrizione loro affidata senza tener conto del parere del metropolita o del patriarca, così anche lui non può prendere decisioni vincolanti per gli altri vescovi prescindendo dal loro parere. Reciprocità perfetta,  a immagine di quella delle Tre Persone dell’Unica Divinità. La santissima Trinità è l’archetipo dell’unità conciliare della Chiesa. L’azione sinodale dei vescovi nella concordia rende gloria a Dio." (Fonte: mensile 30GIORNI - settembre 2005). 
Questo  canone, fondamentale per comprendere le realtà giurisdizionali ortodosse, è stato disconosciuto dalla Chiesa Cattolica per la quale il Pontefice non è il primo tra pari ma, considerandosi il Vicario di Dio in terra, ha pieno potere d'autorità e di giurisdizione su tutta la Chiesa.


Filippo Ortenzi, episcopo e Rettore dell'Università San Giovanni Crisostomo

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